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Ultime Da Foggia
- Updated: 17/09/2011
Cambio di tattica di mister Bonacina, dal 4-3-3 ql 4-3-2-1 per dare più incisività al bomber Giovio.
Sarà una gara importante quella che il Foggia di Bonacina disputerà domenica prossima all’Arena
Garibaldi contro il Pisa. Al di là del sonante risultato di Ordona contro l’Ordona, Bonacina dovrà
certamente cambiare qualcosaa per rendere più incisivo il settore offensivo rossonero.E no solo,
non può continuare a chiedere ai suoi difensori di partire con lanci lunghi, che mettoni fuori causa
uomini come Venitucci, che potrebbero cambiare il volto di una partita dettando tempi giusti per
l’offensiva rossonera. Intanto sembra voler cambiare schema di gioco, ovvero passare dal 4-3-3
al 4-2-3-1.Intanto il mister deve sperare in un recupero del centrale difensivo il francese Gigliotti,
personaggio indispensabile per la difesa rossonera, che ancora accusato un dolore muscolare alla
coscia sinistra e ne rientro di Defrel, che potrebbe portare un po’ di luce nell’attacco foggiano.
Insomma una partita difficile, anche perché il Pisa è squadra diversa dalla mediocre, per non
dire, inconsistente Pro Vercelli.Defrel è stato provato assieme a Giovio, Lanteri e Agodirin. Una
soluzione che Bonacina sta studiando e che probabilmente sarà la formula da provare sul campo
della Torre pendente.
Da Stampasud.it
Umore e morale opposti, Bonacina vuole eliminare le negatività, il Pisa proseguire nella striscia
positiva. “Meglio un morto in casa che un pisano all’uscio”. Lo dicono a Livorno e a Firenze.
Storia di campanilismi, regionalismi di sfottò e di antiche tradizioni. E comunque il senso è
chiaro. Di Pisa e nel nostro caso del Pisa non bisogna fidarsi.E con i tempi che corrono il concetto
viene irrimediabilmente amplificato. Significa che se il Foggia cercava uno sparring partner,
un avversario che accomodasse l’uscita dal momento delicato (è comunque presto per parlare
di crisi) il calendario non ha dato una mano ai rossoneri. Tutt’altro. In Toscana si vola sulle ali
dell’entusiasmo dopo il 3-0 tondo tondo all’Avellino preceduto dal buon pari esterno a Ferrara.
Si ha fame di risalire la china, si vuole riportare la creatura che fu cara al presidentissimo Romeo
Anconetani in palcoscenici più consoni al blasone. Quest’ultimo il blasone è forse l’unico comune
denominatore tra le due contendenti.Perché per il resto la contemporaneità dice che il Foggia è
quasi agli antipodi rispetto al Pisa. Un gol, attacco sterilino, una buona dose di scalogna (non
ultimo lo stop di Gigliotti) e molte cose ancora da decifrare.Pure dal punto di vista tattico con
Bonacina che sembra intenzionato ad un primo cambio di modulo. L’uomo di qualità ora il nocciolo
della questione pare essere questo. L’ultimo passaggio il filtro tra il centrocampo e l’attacco, chi
possa Consci del fatto che comunque la difesa regge e pure benone. E che le ombre ci sono ed è
innegabile ma le luci pure non mancano. La proliicità e l’entusiasmo del Pisa le polveri bagnate e
l’ansia da risultato (più che da prestazione) del Foggia. Le premesse insomma non sono granché.
Ma restano comunque solo premesse.L’Arena Garibadi non è il Silvio Piola con tutto il rispetto. Il
campo è grande, gli esterni avranno una pista più lunga e non ci sono alibi di questo genere. Serve
il miglior approccio mentale alla partita. Quasi considerarla una prima, un nuovo debutto. Azzerare
tutto, annullare le negatività come le ha deinite Bonacina. Lasciar perdere le premesse. Che restano
comunque sempre e solo premesse.
da Il Mattino di Foggia