Il Pisa Siamo Noi

(Non) Pagelle Spezia Pisa

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Nonostante una retrocessione in Lega Pro certificata anche dalla matematica il Pisa onora il sentito derby del “Picco” contro lo Spezia e torna a casa con uno 0 a 0 tutto sommato anche meritato, un giusto premio per i 300 e più supporters neroazzurri arrivati in Liguria malgrado la poco invidiabile posizione in classifica.

Molte le assenze con le quali ha dovuto fare i conti mister Gattuso, costretto a rispolverare per l’occasione giocatori che da molto tempo non rientravano più nell’undici titolare quali Crescenzi, Zammarini e Zonta ; ciò nonostante capitan Mannini e compagni hanno giocato con ordine e con orgoglio, imponendo il pareggio al più quotato avversario.

Da segnalare le parate del sempre positivo Cardelli, un monumentale Lisuzzo a guidare la difesa ed uno “sciagurato” Varela che nella ripresa si mangia un goal praticamente fatto a tu per tu con Chichizola, graziato dalla conclusione troppo larga del giocatore uruguagio.

Errore che poteva risultare alla fine ancor più grave se Granoche avesse trasformato il calcio di rigore assegnato in pieno recupero ai padroni di casa per un fallo di mano assai ingenuo di Mannini, ma la conclusione del bomber spezzino va a stamparsi sull’incrocio dei pali. Un briciolo di buona sorte che arride ai colori neroazzurri, seppur troppo tardi.

Torno a casa con un’immagine assai sintomatica di quella che è da qualche mese a questa parte la realtà all’ombra della Torre Pendente.

A fine gara la curva Ferrovia, feudo del tifo ligure, dopo aver fischiato sonoramente i propri giocatori ha dapprima applaudito timidamente i calciatori neroazzurri, quindi ha tributato un’autentica standing ovation a mister Gattuso, che a sua volta ha ricambiato l’applauso degli sportivi locali.

L’episodio fa il paio con quanto accaduto qualche settimana fa a Perugia. Ma gli applausi di oggi hanno certamente un peso specifico maggiore, visto che provengono da una tifoseria storicamente “ostile” ai colori neroazzurri.

Cosa peraltro fatta notare a mister Gattuso in sala stampa da un giornalista di casa : in più di 110 anni di storia del calcio a Spezia lei è il primo allenatore del Pisa ad uscire dal campo fra gli applausi del nostro pubblico.

Certo, molti crederanno che sia stato applaudito il Gattuso campione del mondo, il Gattuso che ha vinto tutto con la maglia del Milan.

Personalmente è una spiegazione che non mi convince.

Io credo che gli applausi di questo pomeriggio – come quelli ricevuti al “Curi” di Perugia – siano la testimonianza, la prova provata, di quanto la storia del Pisa stagione 2016/17 sia entrata nella testa e nel cuore di moltissime persone che hanno seguito questo campionato di serie B.

La dignità, l’abnegazione, il sacrificio e la voglia di non mollare mai che hanno caratterizzato questo gruppo di lavoro nel corso di questi mesi così difficili hanno fatto per certi versi giurisprudenza in un mondo del calcio sempre più avaro di storie belle da raccontare.

Ed ovviamente l’immagine del condottiero di questa squadra è quella che spicca maggiormente agli occhi di coloro che seguono le vicende del Pisa solamente da lontano.

Coloro che invece le seguono da vicino sono caduti nell’antipatico gioco della caccia al colpevole, al capro espiatorio, alla testa da far cadere. Come se la cosa potesse in qualche modo cambiare il verdetto del rettangolo verde.

Ecco, io credo che gli applausi di questo pomeriggio siano la dimostrazione che si può retrocedere, si può perdere, si può fallire l’obbiettivo sportivo che ci si era prefissati, ma senza lasciare per strada la dignità, l’orgoglio, lo spirito di appartenenza a quello che si fa oppure a quello che si rappresenta.

Sono queste basi solide sulle quali fondare una nuova ripartenza. Una pagina intonsa sulla quale scrivere un nuovo importante capitolo della storia del calcio pisano.

Certo, nessuno può essere felice dopo una retrocessione in Lega Pro ad appena undici mesi di distanza da quel magico pomeriggio di Foggia. Ci mancherebbe, rientra nella logica delle cose del calcio.

Ma se qualcuno mi chiedesse come mi sento adesso, beh, risponderei che tutto sommato, dopo quell’applauso riservato dalla curva del “Picco” a mister Gattuso, sono sereno.

Ed è davvero molto di più di quanto accade alla maggior parte delle persone.

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One Comment

  1. Colste

    14/05/2017 at 09:58

    Condivido in pieno. E per il prossimo anno abbiamo bisogno di gente di categoria, e non come quelli dell’anno di Braglia e co.

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