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Lutto nel mondo del calcio: è morto Bearzot

Si è spento all’età di 83 Enzo Bearzot, il commissario tecnico artefice del trionfo azzurro in Spagna 82. Il “Vecio” ci lascia nel solito giorno, quel 21 dicembre di 42 anni fa, che portò via anche Pozzo che prima di lui allenò la nazionale vincendo due mondiali di fila nel 1934 e 1938. Un altro pezzo di storia del calcio italiano vola via per andare a riposare in quel tempio d’orato fatto di tante stelle e di grandi campioni. Riposa in pace grande C.T.
La vita di Enzo Bearzot

Enzo Bearzot nasce ad Aiello del Friuli il 27 settembre 1927. E’ un mediano con spiccate doti difensive e gioca nella squadra locale. Ma nel 1946 qualcuno si accorge di lui e vola in serie B nelle fila della Pro Gorizia. Davvero bravo; così tanto da passare all’Inter. Quindi tre anni al Catania ancora tra i cadetti e poi nel Torino dove costruisce la sua carriera: 164 presenze, dal 1957 al 1964. La Nazionale ? Una sola presenza nel 1955. L’addio al calcio coincide con l’ultimo anno al Toro in cui prende in mano le giovanili granata per poi diventare assistente di Nereo Rocco e Edmondo Fabbri. Dopo una breve esperienza al Prato, il primo impatto con l’azzurro: era il 1969. Resterà alla guida dell’Under 23 fino al 1975; il trampolino di lancio per la Nazionale maggiore. Dopo il fallimento in Germania nel 1974 condivide la panchina con Fulvio Bernardini fino al 1977.
Il resto è storia. L’Italia conquista il quarto posto in Argentina nel 1978, grazie anche a scelte coraggiose; come le convocazioni dei giovani Paolo Rossi e Antonio Cabrini. Proprio Rossi, convocato nel 1982 dopo la famosa squalifica, sarà l’artefice del trionfo spagnolo; una conquista strepitosa contro avversari fortissimi (Brasile, Argentina e Germania), contro la feroce critica della stampa italiana contro la quale Bearzot “inventò” il silenzio stampa. Meno fortunato il prosieguo sulla panchina azzurra: nel 1986 i campioni del Mondo escono agli ottavi contro la Francia. Bearzot si dimette dopo 104 panchine. Più di Vittorio Pozzo che ne collezionò 97. Il suo resterà un record ancora imbattuto.
Il cammino dell’Italia di Bearzot al mondiale 82

Il gruppo dell’Italia, guidata da Enzo Bearzot, capitata insieme a Polonia, Camerum e Perù, si rivelò il vero gruppo di ferro. Gli azzurri giunsero in Spagna fra mille polemiche ed incognite, non ultimo un Paolo Rossi reduce dalla squalifica di due anni per il noto scandalo del calcio scommesse. Bearzot era inoltre contestato dalla stampa per aver escluso dalla rosa Beccalossi e Pruzzo. In particolare, i giornali romani premevano per un più marcato utilizzo dei giocatori della Roma, data la visibilità che la squadra aveva raggiunto sotto la presidenza di Dino Viola. Bearzot rimase però fedele al blocco-Juventus, che già gli aveva dato soddisfazioni nel precedente Campionato del Mondo.

L’Italia partiva enormemente sfavorita: un sondaggio Gallup svolto in 19 Paesi evidenziò che solo l’1% degli intervistati aveva fiducia in un’Italia campione del mondo. L’impressione venne confermata dai tre pareggi racimolati nelle prime tre partite: l’esordio con la Polonia si concluse con un brutto 0-0. L’incontro con i peruviani andò leggermente meglio: primo tempo a favore dell’Italia, che giocò sciolta ed andò in vantaggio con Conti. Nel secondo tempo, Causio sostituì uno spento Rossi, gli azzurri calarono di tono ed il Perù ebbe il sopravvento. Il pareggio arrivò nel finale, all’83º minuto. La qualificazione arrivò sul filo del rasoio nell’ultima partita contro il Camerun: bastava un pareggio per eliminare gli africani per il numero di reti segnate ed infatti finì 1-1 (gol di Graziani e M’Bida).

Nella seconda fase vedeva l’Italia si trova davanti il temibile Brasile. La partita fu piena di emozioni, con laSeleção votata all’attacco e un’Italia abile a sfruttare i contropiedi: vantaggio per gli azzurri dopo solo cinque minuti con un redivivo Paolo Rossi, poi rientrato sette minuti dopo con il pareggio di Socrates; nuovo vantaggio italiano sempre di Rossi che sfrutta un incredibile errore di Junioe al 25º. Gentile intanto fu costretto agli straordinari per tenere a bada Zico, il più pericoloso fra i verde-oro, ottenendo una ammonizione che gli avrebbe poi fatto saltare la semifinale. Nel secondo tempo, pareggio del Brasile al 69º con Falcao, ma al 74º Rossi segna il terzo gol. Gli ultimi minuti della partita furono contraddistinti dalla parata sulla linea di porta di Dino Zoff su colpo di testa di Leandro. Il risultato finale fu di 3-2 per l’Italia ed il Brasile venne eliminato. Fu un’autentica disfatta per i giocatori verdeoro, che fino a quel momento erano così sicuri di passare il turno al punto di aver già prenotato l’albergo a Madrid: questa partita, infatti, sarà ricordata dai brasiliani come la Tragedia del Sarria.

A giocarsi la Coppa restarono quattro squadre europee: Francia, Germania Ovest, Italia e Polonia. La prima semifinale vedeva nuovamente contro italiani e polacchi: al contrario della partita della prima fase, gli azzurri dominarono gli avversari, battuti per 2-0 (doppietta di Rossi, giunto a cinque reti in appena due partite).

L’11 luglio 1982 andò dunque in scena la finale fra Germania Ovest e Italia.

Bearzot dovette riadattare la squadra in seguito alla indisponibilità di Antonioli e all’infortunio, dopo appena otto minuti di gioco, occorso a Graziani a causa di uno scontro con la rude difesa tedesca. Predominanza italiana nel primo tempo, anche se Cabrini perse l’occasione per passare in vantaggio sbagliando un rigore. La ripresa vide un calo della squadra tedesca, di cui approfittò per primo Rssi su cross di Gentile.

Dopo un tentativo di pareggio di Hrubesch, gli azzurri raddoppiarono con un tiro dal limite dell’area di Tardelli, il cui urlo di gioia divenne una icona di quei Campionati del Mondo e delle successive avventure della nazionale italiana. Altobelli segnò la rete del 3-0, seguita dal punto d’onore di Breitner. Altobelli fece poi posto all’88º a Causio, ricompensato con la passerella mondiale per i suoi meriti.

« Palla al centro per Muller, ferma Scirea, Bergomi, Gentile, evviva è finita! Campioni del mondo, Campioni del mondo, Campioni del mondo!!! »L’enfasi del telecronista italiano non fu casuale, in quanto scandì proprio per tre volte consecutive la proclamazione del terzo titolo di campione del mondo della Nazionale italiana. Le immagini televisive che giunsero da Madrid mostrarono l’arbitro brasiliano Coelho inseguire il pallone nelle ultimissime fasi di gioco, fino a ghermirlo e sollevarlo con le braccia in alto mentre emetteva il triplice fischio finale. Altre immagini di quel mondiale che rimangono tuttora impresse nella memoria sono, oltre al citato urlo di Tardelli, Zoff che prende la Coppa del Mondo dalle mani del re di Spagna e la alza fiero, il Presidente della Repubblica Pertini che esulta con incontenibile entusiasmo a ogni rete degli Azzurri, lasciandosi scappare un “non ci prendono piu'” dopo il gol del 3-0, e lo stesso Presidente che gioca a scopa in coppia con Zoff contro Causio e Bearzot, durante il viaggio di ritorno in Italia assieme alla Coppa.

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5 Comments

  1. massimiliano

    22/12/2010 at 03:26

    Boia…14 anni…con mi padre un cardo si moriva in salotto in via Landi….il triplice”campioni der mondo”……
    grazie Enzo…grazie anche dell’immagine che hai dato all’italietta nostra insieme all’ultimo pres.della Repubblica vero…….indimenticabile il PERTINONE nazionale insieme a te…!!!
    In cielo insieme ai grandi,insieme a ROMEO…
    saluti

  2. Omoragnolo

    21/12/2010 at 22:31

    quel meraviglioso giro sul camion per la citta….. il
    bagno nella fontana della stazione…Grazie Enzo di avermi regalato
    un sogno

  3. mrc

    21/12/2010 at 20:26

    tuttolegapro.com parla di un accordo gia raggiunto tra
    fanucchi e semplici, per quel che riguarda pedro, credo sia un buon
    innesto, ma in un complesso più ampio di un paio di difensori:
    sereni e un centrale, due centrocampisti: un regista (consonni?) e
    un uomo di corsa, si parla di papini, un paio di giocatori di
    fantasia: pedro e fanucchi o chi per loro, e una o due punte, ma
    PUNTE VERE, non mosciaro e perez, il secondo tra l altro credo sia
    a metà tra noi e bari, proviamo a dargli una possibilità in c1 o d,
    perchè restando a pisa credo che si brucerebbe. Si parlava di
    taddei, ma avendo visto la partita del brescia di domenica, e
    vedendo che il nuovo mister conta su di lui, probabilmente non
    arriverà. Faccio due nomi: Margiotta finito al barletta non poteva
    farci comodo? è uno che i gol in b, in a, in under 21 e in
    nazionale del venezuela, li ha sempre fatti, e perchè no ventola?
    apre il mercato, siamo un popolo di allenatori e anche io butto li
    delle idee

  4. giacomo

    21/12/2010 at 18:05

    tra l’altro l’82 mi ha dato diverse fra le principali
    emozioni personali vissute in questa vita e fra queste in
    concomitanza con la splendida vittoria del mundial con bearzot e
    quella favolosa squadra di uomini veri vi fu solo un mese prima di
    quella vittoria anche la storica prima promozione in A del nostro
    Pisa di Romeo. Come si fa a dimenticar quel meraviglioso
    anno.82

  5. Mirko Zanelli

    21/12/2010 at 17:42

    Ciao Mister salutami il grande Romeo!!!! il cielo si riempe
    di persone straordinarie!!!! VERAMENTE CAMPIONI DEL MONDO NELL
    82

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