Il Pisa Siamo Noi

L’altra Partita

Pubblichiamo un articolo reperito sul sito del Grosseto -US.GROSSETO.COM (su suggerimento di Giorgio), si parla sia di Pisa sia di Grosseto.

” Li abbiamo seguiti in C1, con l’orecchio alla radio perché era sempre meglio averli dietro che davanti; loro sono quelli dello stadio pieno, talmente gremito da regalarci complessi d’inferiorità, quelli che il destino, omaggiando una curva imponente, li avrebbe comunque premiati. Ancora inebriati dalla festa non ci siamo accorti di averli accanto anche in Serie B; neanche il tempo di domandarci cosa ci facevamo in paradiso ed eravamo lì, ad invidiare la volata della terribile matricola. Poi, all’improvviso, le nostre paure si sono materializzate nel loro stadio; lo tsunami del fallimento ha cancellato tutto, lasciando solo le storie da raccontare fuori dai bar. Altri si sarebbero arresi, loro no, pronti a rinascere dalle ceneri, anche se ormai è noto, le ceneri dovrebbero essere le nostre.

Domenica all’Arena Garibaldi è arrivato il Riccione ma loro erano ancora lì, gli occhi sul campo e un orecchio alla radio per ascoltare la nostra partita. Non per invidia, non per amicizia, né per rivalità, ma per il corollario di una serie di accadimenti; se il Grosseto retrocede Camilli non riuscirà a venderlo, se il Grosseto rimane in B Camilli non lo venderà per un altro anno, e se per assurdo, il Grifone finisce in serie A, Camilli del Pisa non vorrà più saperne nulla. La Curva neroazzurra vuole chiarezza e chiede un incontro; hanno gioito in tanti, soffrono in tanti e per quel “tanti” vogliono un chiarimento: un Presidente tutto per loro, possono aspettare, ma devono sapere che domani sia tutto per loro.

Siamo ancora lì, ognuno a guardare l’altro, perché Piero Camilli ha deciso di fare un operazione commerciale; niente di più normale per un imprenditore, e nel suo caso, indubbiamente di successo. Un affare legittimo ma che lascia due tifoserie con il fiato sospeso, in attesa che gli interessi di un imprenditore si manifestino a favore dell’una o dell’altra. Sono affari, non conta l’amore, la passione né l’appartenenza, solo un interesse economico coincidente con la fede del tifoso. Già la fede, anche in Maremma, drogati dai successi camilliani, abbiamo fatto sempre groppino a qualche parola di troppo ma adesso, il duello a distanza con la piazza pisana risveglia l’orgoglio e le parole che prima venivano dimenticate in un amaro sorriso, adesso bruciano.

Il tifoso è un azionista non riconosciuto; moralmente importante, poco incisivo nella contribuzione ed economicamente nullo nella divisione dei profitti. E’ vero, a Grosseto la serie B non è seguita da un pubblico numeroso ma i pochi appassionati che animano lo Zecchini pagano la visione dello spettacolo molto bene, il che rende Grosseto piazza di media borghesia con un ritorno economico quantomeno curioso. Nel 2007/2008 forti dell’entusiasmo per il primo anno in cadetteria, dati della lega alla mano, siamo arrivati al 18° posto per abbonamenti acquistati, ma per gli incassi lordi di biglietti più abbonamenti schizziamo ad un discretissimo undicesimo posto lasciandoci dietro città come Bari, Brescia, Trieste e l’opulenta Treviso: il pubblico di Pisa nello stesso anno ha dato circa 1. 387.000,00 più di noi, sostegno ammirevole per un tifoseria che ha un senso di appartenenza encomiabile ma proprio che per questo pretende un parco giocatori che non devono essere definiti “lusso” per la piazza ma normale necessità alla causa, qualunque sia il prezzo del cartellino o il costo dell’ingaggio.

La grande piazza non apporta alle società capitali fondamentali ma stranamente contribuisce incisivamente alla valutazione nella vendita; non sarà un caso se nessuno s’è fatto avanti per salvare il Pisa dalla serie D ma molti hanno fatto a gara per acquistarli quando la Serie D li ha marchiati. Il Grosseto invece, è ancora una squadra che milita nella serie cadetta, perché il passato è per i ricordi, il futuro si costruisce con le azione del presente ma soprattutto perché probabilmente gli interessi di Camilli continuano a coincidere con la fede dei tifosi biancorossi.

Detto tutto questo, dichiarare che la serie B per la città Grosseto è un lusso è inesatto; semmai potremmo dire che la serie B a Grosseto non è seguita da un pubblico numeroso, ma se sia un lusso o no è soggettivo per la forza della proprietà non per la città, che non ha partecipazione economica e decisionale; al limite quindi la Serie B è un lusso per la Società stessa.

Noi siamo una terra giovane, tanta natura e poca storia, un po’ come l’Australia ma senza il suo senso di appartenenza; ecco questo è quello che invidio ai pisani: il senso d’appartenenza, lì abbiamo da imparare, ma con la giusta umiltà e il rispetto per noi stessi e per gli altri potremmo recuperare il tempo perduto. Già avere rispetto per noi stessi e per gli altri; questo si che è un lusso.”

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5 Comments

  1. paolo

    09/09/2009 at 17:13

    L’intervista dell’Orsini a Camilli mi sembra che ,con buona pace dei maremmani,( a proposito per me quest’articolo è troppo sdolcinato; non abbiamo paura a dire che ci siamo sempre stati sul culo!)chiarisca definitivamente le cose anche per Luca.

  2. omer

    09/09/2009 at 13:42

    boia,,la tua disamina e’ la peggio del mondo, camilli prima o dopo diventera’ il presidente del pisa lii e’ palese lo e’ gia’, deve vendere il grosseto, e a quel punto sara’ un delirio pisano, ora sofferenza e risaliamo.

  3. Luca

    09/09/2009 at 13:22

    Secondo me, quella di Camilli è stata solo una operazione per far prendere il Pisa all’attuale presidente (ex Cuoiopelli)e direttore generale, che da soli non ci sarebbero mai riusciti. Vedrete Camilli a Pisa non verrà mai. (a me personalmente non dispiace). Ho l’impressione che questi percorreranno la solita strada fatta dal trio Gerbi Posarelli Meliani , e poi venderanno. Speriamo almeno ci riportino fino alla C1

  4. Roberto

    09/09/2009 at 10:12

    Indubbiamente ben scritto ma solo chiacchiere, loro…noi..voi…l’altro…..il senso di apparteneza….l’australia…..insomma CHIACCHIERE. Secondo me l’unica domanda alla quale si deve trovar risposta a Grosseto e a Pisa è: “Perchè Camilli ha voluto, ed è un dato di fatto, il Pisa?” Se ci rispondiamo a questo sarà chiaro anche il futuro.

  5. Antonio C.

    09/09/2009 at 08:38

    bell’articolo
    onesto nella descrizione !

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