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Il Pisa a Due Fasi

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Prima dell’inizio del campionato e anche dopo queste prime giornate il parere più diffuso è senza dubbio quello secondo cui il Pisa ha un grande attacco, ma qualcosa manca in difesa e forse anche a centrocampo. La piazza ha spesso invocato la presenza di un difensore esperto nel ruolo di centrale, un giocatore che possa guidare tutto il reparto considerando che la somma dell’età dei 4 che hanno giocato fino ad ora raggiunge a malapena gli 84 anni. Il Direttore Lucchesi ha più volte spiegato che l’acquisto di un altro “over” avrebbe in ogni caso significato la rinuncia ad uno fra Mingazzini, Favasuli, Pugliesi e Sabato, sempre più vicino al rientro. La regola è chiara, per poter accedere ai contributi non devono essere schierati giocatori la cui somma di età superi i 255 anni.

Ma, numeri alla mano, se andiamo ad analizzare queste prime tre giornate è evidente che il Pisa non ha statistiche da squadra sbilanciata, come ad esempio il Pontedera, miglior attacco ma anche fra le peggiori difese, ma ha numeri da squadra solida e compatta, da squadra che segna poco, ma che subisce pochissimo. Chiaramente il significato di questi numeri non va ricercato nei singoli reparti, ormai nel calcio moderno è completamente senza senso parlare di difesa e di attacco, si deve bensì considerare fase difensiva e fase offensiva…che sono tutt’altra cosa.

In fase difensiva i Nerazzurri, pur avendo molta inesperienza fra i quattro difensori, che comunque si sono ben comportati fin’ora, possono contare sull’appoggio dei centrocampisti centrali, in particolare Mingazzini, ottimo schermo davanti alla difesa, che con pochi passi riesce a chiudere decine di metri di campo, tagliando le linee di passaggio avversarie. Ma soprattutto, possono contare sul ripiegamento costante dei due esterni di centrocampo; Napoli e Martella si sono più volte fatti apprezzare per la generosità con cui si abbassano fin quasi alla linea difensiva rendendo letteralmente ermetiche la fasce laterali.
Questa generosità ha comunque delle ripercussioni sulla fase offensiva; infatti, mentre Martella, giocatore dotato di grandissima corsa, riesce per lunghi tratti di partita ad essere pericoloso anche quando attacca. Napoli, seconda punta adattata a fare l’esterno, non essendo molto abituato a quel tipo di lavoro, che prevede un tipo di sforzo costante, quando si trova a dover puntare l’avversario o in fasi determinanti della partita, finisce con l’essere poco concreto, probabilmente a causa della poca lucidità. Inoltre, dalle retrovie, oltre ad uno dei due centrali di centrocampo, che a turno si spingono un po’ più avanti, il maggior apporto è dato dalle incessanti discese di Pellegrini, mentre dalla fascia sinistra la spinta del terzino è meno incisiva, in quanto Kosnic, centrale adattato al ruolo, sbaglia poco quando si tratta di difendere, ma quando si spinge avanti, pur dimostrando grande generosità e abnegazione, è evidente che il passo e i tempi di inserimento non sono proprio quelli del terzino fluidificante. Per quel che riguarda la coppia offensiva, Giovinco-Arma, non c’è molto da dire, ma più che altro da osservare, la rete realizzata contro L’Aquila è un chiaro esempio di come i due stiano sempre più affinando l’intesa, correndo seriamente il rischio di diventare devastanti in questa categoria, soprattutto se Giovinco riuscirà ad essere più continuo nell’arco dei 90 minuti.

E’ un Pisa tosto, quadrato, determinato, ma soprattutto un Pisa che, come incessantemente ripete da sempre Pagliari, deve fare affidamento sul gruppo, sull’unità di intenti, in modo da poter sopperire con questo al gap che ci divide da altre compagini, sulla carta, meglio attrezzate.

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One Comment

  1. gabriele

    20/09/2013 at 18:00

    sono d’accordo. aggiungo questo: visto che sugli esterni lo sforzo durante la partita è costante, è giunta l ‘ora di vedere all’opera anche Cia e Bollino finora inutilizzati e sicuramente carichi.

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