Il Pisa Siamo Noi

Fermo Posta

Fermo Posta

Apriamo la nostra cassetta delle lettere virtuale per far rispondere ai vostri quesiti il nostro Giuliano Fontani. Subito dopo la richiudiamo per metterla a disposizione dei lettori per scrivere opinioni, commenti e formulare domande sull’attuale momento del Pisa. A ruota libera. Aspettiamo fiduciosi i vostri messaggi, con una raccomandazione: non abbiate paura di essere irriverenti. Le risposte, di sicuro, non lo saranno. Per inviare una domanda basta commentare questo Post oppure via email a info@ilpisasiamonoi.it

LE DOMANDE

Non capisco perché il Pisa si ostini a giocare con un’antistorica maglia gialla. Qualcuno dice: meglio perderla che trovarla… Ma a parte la battuta, cosa significa? Non basta quella nerazzurra e, in alternativa, quella rossocrociata? Non sono bellissime e rispettose della storia e della tradizione della città e della squadra? Mi sembra si faccia di tutto per allontanarci dai valori che più ci stanno a cuore.

Marco 88

Caro Fontani, ti seguo sempre con molta attenzione e vedo che sull’argomento della tessera del tifoso cerchi un po’ di glissare. Tu dici che la disaffezione dei tifosi non dipende da questo e spesso elenchi altri motivi, che io non voglio assolutamente contestare. Anzi, penso che in parte tu abbia ragione. Però la discriminante della tessera del tifoso è importante, è dimostrato che tiene lontana la gente dagli stadi senza neppure centrare l’obiettivo che si è proposta che l’ha voluta e chi l’ha confermata, sia pure con qualche variazione di pura e semplice facciata. Non credi che dietro a questa trovata “politica” non ci sia altro che un po’ di pubblicità a basso prezzo di governanti che vogliono vendere fumo? E non credi che i nostri giovani abbiano sostanzialmente ragione nel rifiutarla?

Roberto Pannocchia

LE RISPOSTE

Due lettere formidabili, indice incoraggiante dello spessore dei nostri lettori. Si, si può discutere di esterni e di moduli di gioco, di palloni che finiscono contro la traversa e altri che vanno in rete, di arbitri e di arbitrii. Ma interrogarsi sulla politica societaria del Pisa va molto oltre la normale dialettica e impegna in riflessioni affatto scontate.
Marco 88 si chiede il perché di quella maglia gialla che non ha un retroterra nella storia del Pisa. E’ vero: non ce l’ha. Ma le cose non sono immobili e destinate all’eternità. Nessuno vuole cambiare i colori nerazzurri e neppure il rossocrociato della città. Per carità. Però bisogna prendere atto che la dirigenza sta percorrendo con lodevole insistenza il tentativo di fare del Pisa la squadra di tutta la provincia e il colore della provincia è appunto il giallo. La società si è spesa molto per consolidare le sue radici e le sue simpatie anche al di fuori della cerchia muraria cittadina, allacciando ad esempio nuove relazioni con le squadre della provincia, scegliendo la sede del ritiro prestagionale a Peccioli prima e a Pomarance successivamente. E così via. Un percorso intelligente, a mio modo di vedere, che soltanto una deleteria miopìa campanillistica potrebbe ridurre a semplice provincialismo. Fare del Pisa la squadra di tutti, da Volterra a Torre del Lago (per non parlare di Viareggio), da Calambrone a Fucecchio (che non è provincia di Pisa, ma che sentiamo come “nostra”) è un obiettivo che ci deve riempire di orgoglio., Tanto più in un momento come questo in cui il ruolo di Pisa capoluogo di provincia è messo in discussione dai professoroni del governo. Mi verrebbe da dire “seriamente” messa in discussione dal governo. Ma la cosa, per dirla con un grande del passato, “è grave, ma non è seria”.
Sono convinto, piuttosto, che anche la scelta della maglia gialla andrebbe spiegata meglio, con più energia, come ho tentato di fare in questa risposta, perché gli sportivi come Marco non possano chiedersi cosa significhi.
Roberto Pannocchia crede invece che io, in alcune risposte, abbia sottovalutato l’incidenza della tessera del tifoso sul calo delle presenze negli stadi e, nel nostro caso, all’Arena.
Non c’è dubbio che la maggiore politicizzazione di una parte della tifoseria pisana risenta maggiormente di un provvedimento che è ritenuto volutamente vessatorio e discriminatorio. E anch’io sono del parere che la tessera del tifoso, comunque la si chiami, sia una grande boiata che non risolve nulla e anzi, in qualche situazione, peggiori la sicurezza negli stadi. Ciò detto perché non prendere atto che la disaffezione è alimentata anche da altri fattori? Come spiegare, ad esempio, la diminuzione degli spettatori all’Arena, dove non c’è bisogno della tessera del tifoso per salire sugli spalti? La tessera del tifoso, in effetti, incide solo sulle trasferte. Dunque non concludiamo che basterebbe archiviarla per vedere più gente all’Arena.
Ci sono, alla base, altre sofferenze e non per sviare il discorso sulla qualità e sui programmi della squadra in relazione alle aspettative degli sportivi. C’è da mettere nel conto anche l’atteggiamento non sempre comprensibile dei tutori dell’ordine pubblico e della sicurezza. Poche settimane fa ho parlato, in risposta a un lettore, dell’assurdo divieto di sosta alle auto per tutto il giorno della partita, dalle 7 del mattino fino alle 21. Altre volte mi è stata segnalata l’intransigenza con la quale gli steward sgombrano i piazzali dell’Arena cinque minuti ldopo a fine della partita. Ancora: l’altra domenica mi è stato riferito il caso di due striscioni, debitamente autorizzati, che la Questura ha fatto rimuovere perché affissi ai vetri di recinzione della gradinata. Sono gli striscioni di due club storici del Pisa, il Club autonomo e Radioscalino. Non c’è dubbio che le forze dell’ordine avevano il diritto di chiederne la rimozione perché così prevedono le normative del ministero degli interni: nessuno striscione affisso ai vetri degli stadi….
Benissimo, niente di obiettare. Salvo prendere atto di quel che accade in tutti gli stadi d’Italia. Striscioni ovunque, fumogeni. scritte offensive (avete visto in tv Fiorentina-Juventus?). Dunque le leggi vanno bene e vanno rispettare, ma la giustizia ha un senso se la si applica sempre e ovunque Invece a Firenze entra e viene esposto in gradinata uno striscione di trenta metri per mandare Conte in carcere a Sollicciano. Il nostro questore l’ha visto? Oppure ha occhi e orecchie solo sull’Arena Garibaldi?

GIULIANO FONTANI

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