Il Pisa Siamo Noi

Fermo Posta

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Come ogni Venerdì apriamo la nostra cassetta delle lettere virtuale per far rispondere ai vostri quesiti il nostro Giuliano Fontani.

Subito dopo la richiudiamo per metterla a disposizione dei lettori per scrivere opinioni, commenti e formulare domande sull’attuale momento del Pisa. A ruota libera. Domande e relative risposte saranno pubblicate ogni venerdì. Aspettiamo fiduciosi i vostri messaggi, con una raccomandazione: non abbiate paura di essere irriverenti. Le risposte, di sicuro, non lo saranno.

Per inviare una domanda basta commentare questo Post oppure via email a info@ilpisasiamonoi.it

LE DOMANDE

-Buon giorno a tutti e un caro saluto da Hiroshima, Giappone. Secondo me, senza “un sano realismo” rischiamo di ritornare ai tempi di Covarelli e Pomponi o di sparire completamente.

Richard Gabbrielli

-Cito:”Non deve però sminuire il vero merito di Battini, quello di aver assicurato la messa in sicurezza i conti della società e di aver evitato le penalizzazioni in classifica.”
La logica di questo discorso mi sembra lacunosa o parziale: se vivo in un Paese pieni di deliquenti devo andare a giro a bullarmi di esser onesto? O fa parte dell’onestà stessa il vivere il rispetto delle regole come dovere e non come qualità? Altrimenti in Italia ci possiamo tutti vantare di esser privi di carenze che altri (magari anche la maggioranza) hanno. Devo vantarmi di non andare a puttane o di pagare le tasse(caratteristiche che appartengono spesso a chi ha più potere di noi)?Devo vantarmi di fermarmi al semaforo rosso o di non arrotare i passanti sulle strisce? Potrei andare avanti…ma il punto secondo me è un altro: Pisa è una grande realtà calcistica e come tale merita (e secondo me dovrebbe pretendere senza compromessi) una grande società, il resto sono parole portate via dal vento e che non fanno certamente tornare l’entusiasmo che meritiamo. Parlando di sano realismo: il calcio a Pisa (vedi anche discorso giovanili,rosa,strutture-volendo tralasciare l’aspetto entusiasmo)sta morendo. Ora più di 2 anni fa quando eravamo in D. Questo perché 2 anni fa avevamo sogni,aspettative,speranze,entusiasmi ed orgoglio. Ed è di questo che si nutre la passione e la fede calcistica.

Stefano

-Personalmente mi sento in dovere di ringraziare Battini per come ci ha aiutato e continua a farlo, ma dovrebbe trovare imprenditori disposti a finanziare un progetto importante innanzitutto per la ristrutturazione ed il potenziamento del settore giovanile e,in un secondo momento,la costruzione di una squadra capace di vincere il campionato e assestarci in una categoria più visibile per rimanerci più a lungo possibile, ma senza fare voli pindarici perchè il risveglio poi sarebbe orribile e noi ne sappiamo qualcosa!!!!! Cosa ne pensa Sig. Fontani?

Andrea Elbano

-Sono daccordo, a tutti piacerebbe lo squadrone che stravince sempre, poi quando la squadra fallisce si piange disperati. Oggi non è il momento di pazzie ma di un sano realismo provinciale, perchè quello siamo, ma pian pianino, sono convinto che ci toglieremo grandissime soddisfazioni!

Riccardo Bolelli

LE RISPOSTE

Con il “sano realismo” non si sogna, è vero. Ma quante volte è stato duro il risveglio… La passione dei tifosi è una gran cosa. un bene da difendere. Però anche la memoria è importante. Richard Gabrielli, che vede le cose dal lontano Giappone, si ricorda quanti venditori di sogni hanno determinato la rovina del Pisa. Lo ricordano anche Riccardo Bolelli e Andrea Elbano. Mi permetterei di aggiungere che le attuali difficoltà del Pisa hanno dei nomi e delle origini, si chiamano Leonardo Covarelli e Luca Pomponi. Se la società, adesso, è nelle mani di Battini è perché quei sogni sono finiti in tribunale, con i libri contabili. Sezione fallimentare. Dovrebbe essere inutile aggiungere che se errare è umano, perseverare sarebbe diabolico. Stefano non è d’accordo: pretende che chi dirige il Pisa faccia uno squadrone e in linea di principio come dargli torto? Gli esempi che porta però non sono appropriati: altre piazze, anche più importanti di Pisa, stentano a decollare nel calcio professionistico e i campionati non si vincono con il pedigrèe Ci vogliono i soldi, tanto per rimanere sul piano del realismo che non piace al nostro amico. E ce ne vogliono tanti. Molti ce ne sono voluti per mettere in sicurezza i conti del Pisa, che Stefano derubrica ad un fatto del tutto ordinario e naturale. Ma forse non si rende conto fino in fondo che anche il campionato appena concluso è stato devastato dagli scandali, che non sono solo quelli delle scommesse e delle partite truccate, ma anche quello del doping amministrativo di società che poi sono state penalizzate. Como, Taranto, Ferrara, per rimanere a piazze non meno importanti di Pisa, ne hanno pagato lo scotto con vistose penalizzazioni in classifica. Per non parlare di molte altre. Al punto che società che hanno fatto il loro dovere nei confronti dei tesserati (come ha fatto il Pisa) rappresentano quasi un’eccezione. Se tutti passano con il disco rosso, per usare la stessa metafora, non sarà da rimarcare e da apprezzare la diligenza di quei pochi che si fermano e aspettano il verde? Per concludere vorrei segnalare a Stefano un pericolo: non è che per andare alla ricerca di nuove emozioni, grandi aspettative di vittoria e di entusiasmo ,bisogna sperare nell’arrivo di qualche altro avventuriero che ci riporti in serie D dove, ovviamente, è più facile vincere e risalire? Ma al prezzo di quali umiliazioni? Il Pisa, tre anni fa, si ritrovò a Molino d’Era e per giocare la prima partitella in famiglia, a Volterra, fu necessario andare dallo Zucchelli a comprare una quarantina di magliette, metà azzurre, metà rosse. Perché il Pisa che faceva sognare aveva fatto il deserto intorno a sè. Era nudo. Ma non fu il destino “cinico e baro” a ridurci in quelle condizioni e dispiace che per parlare della squadra di oggi si debba ricordare la storia di ieri.

Andrea Elbano parla, fortunatamente, senza bisogno di ricordare il recente passato. Anch’io, come lui, spero che il Pisa si organizzi e investa guardando al futuro, allestendo una squadra forte e competitiva e in un settore giovanile in grado di rinforzare nel tempo l’organico senza carichi troppo dispendiosi. Non sono obiettivi facili ma la dirigenza, questo si, ha il dovere di provarci. Ci piacerebbe tanto fare il salto di categoria e metterci nelle condizioni, fra qualche anno, di essere noi a dare in prestito calciatori alle squadre di categoria inferiore. E’ una speranza ambiziosa, non è detto che si possa realizzare subito. Ma bisogna cominciare a lavorarci. Strada, dalla serie D ad oggi, ne è stata fatta. Nel primo campionato di C-1 venne una salvezza assai sofferta, nel secondo un settimo posto con tanti rimpianti. Andiamo avanti, per gradi, senza strafare, ma guardiamo e andiamo avanti. Viene voglia di concludere con il Manzoni: Adelante Pedro, con jucio.

GIULIANO FONTANI

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One Comment

  1. Riccardo Bolelli

    09/06/2012 at 11:01

    E’ vero bisogna guardare avanti e fare le cose con le disponibilità che si hanno. Forza Pisa! SEMPRE!!!!!!!!

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