Il Pisa Siamo Noi

Pisa, il Vaso di Pandora

Contropiede

Pandora un giorno scoperchiò il vaso liberando tutti i mali del mondo. Rimase soltanto la speranza, che non fece in tempo ad allontanarsi. Dopo la chiusura del vaso il mondo rimase deserto inospitale, finché Pandora non lo riaprì e fece uscire la speranza e il mondo riprese a vivere.

Anche il Pisa ha aperto due volte il vaso, come Pandora. La prima volta, ad agosto, uscirono “tutti i mali del mondo” voltò pagina e si aprì al nuovo. Ma c’è voluta un’altra apertura, all’inizio dell’anno, per far uscire finalmente la speranza che adesso ha il volto di una nuova società, una compagine dirigenziale definita, una squadra lanciata in classifica, giocatori e tecnici fortemente motivati, una tifoseria ritrovata.

Già, una tifoseria ritrovata. Affermazione importante che però ha il difetto di essere apodittica nel suo ottimismo. Non voglio correre il rischio di scambiare un auspicio per la realtà. Ci trasciniamo le scorie di un passato che ci ha profondamente segnato e anche diviso e che sarebbe ora di depurare con un bagno di realismo. Non si tratta di mortificare nessuno, anzi bisogna riconoscere che le criticità palesate la scorsa estate sul passaggio di gestione avevano un fondamento. Ma ora si tratta più semplicemente di riconoscere che quella scelta, oltretutto priva di vere alternative, fu azzeccata. C’è ancora qualcunoche la mette in discussione?

Il ritorno di Lucchesi, non più solo come manager alle dipendenze di altri, conteneva i prodromi della fortuna. Fu un investimento sulla professionalità e l’esperienza, quella di Lucchesi appunto e quella di Gattuso, che lo affiancava nella nuova avventura con lo stesso slancio del ragazzo calabrese che aveva scalato il mondo del calcio.

Ci si domandò chi c’era “dietro a Lucchesi” ed era una domanda pertinente, in parte alimentata dalle reticenze dello stesso presidente­direttore. Un dubbio che oggi potrebbe essere riposto con una boutade: dietro ci sono sedici squadre e speriamo che presto ce ne siano
diciassette…

Al di fuori dell’ironìa, vorrei dire che il quesito esprimeva una vecchia visione del calcio, quella dei dirigenti finanziatori e mecenati che nei decenni si meritarono l’appellativo di “ricchi scemi” presidente del Coni Giulio Onesti.

Nelle dichiarazioni programmatiche di Lucchesi c’erano due elementi nuovi e in un certo senso rivoluzionari. Voglio fare del Pisa ­ disse a più riprese ­ un’impresa produttiva, capace di risultati e di utili, con un progetto in grado di attrarre investimenti e metterli a profitto. La presenza di capitali, ma soprattutto di coraggio e di competenze, era necessaria per far partire il treno. Adesso il convoglio è partito, sarebbe giusto riconoscerlo unanimemente, la classifica parla chiaro, l’indice finanziario, dopo la ricapitalizzazione (che significa più semplicemente il ripiano del debito) e l’ingresso di una società multinazionale quale Terravision è altrettanto eloquente.

Nessuno tra quanti vogliono il bene del Pisa, sperano nel suo futuro, possono rimpiangere la scelta dell’estate. Forse disinvolta, senza dubbio audace, ma anche felice. Il contrario, si dovrebbe fare a meno di ricordarlo, erano i milioni di debito, la squadretta che si allenava nel padule di Bientina, le inadempienze finanziarie che erano già state sanzionate con la penalizzazione. Quella sera di agosto, forse, si chiusero gli occhi sul futuro ma di sicuro si chiuse un presente disastroso. Lo riconobbe, in una notte tormentata, anche il presidente Carlo Battini, consapevole che la sua avventura era giunta al capolinea. Nell’oceano delle critiche, per usare un eufemismo, gli detti atto,­ allora come oggi, di aver compiuto una scelta ragionevole.

Ora, oltre a Lucchesi e a Gattuso, c’è un nuovo soggetto, la Terravision, che è appena arrivata sulla sponda nerazzurra e ha già alcuni elementi in comune con la nuova compagine societaria. La prima ­e più importante ­è la fiducia nel progetto ­Pisa soprattutto per la potenzialità della piazza, l’unica in grado di sviluppare grandi potenzialità evolutive. Bisogna dare atto a Petroni e Taverniti di aver perseguito l’investimento del Pisa con coerenza e costanza, non per la voglia di una ribalta qualsiasi, perché non hanno mai rivolto lo sguardo su altri club di calcio. Il Pisa, dissero,e solo il Pisa.

Lo scrissero, nero su bianco, anche al sindaco quando sembrava che non ci fossero alternative a Battini e la società vacillava: il calcio in questa città non finirà…

L’altro elemento che accomuna vecchi e nuovi dirigenti è lo scetticismo, peggio ancora, la diffidenza di una parte della tifoseria. Se a Lucchesi si chiedeva “chi c’è dietro” campagna contro Terravision raggiunse tratti di vera e propria ferocia e ignobiltà. Se la volontà di vedere chiaro nelle operazioni che riguardano il Pisa, dopo due fallimenti in pochi anni, è comprensibile e perfino raccomandabile, quello che fu detto e scritto sulla società italo­inglese fu il frutto non solo del proverbiale vituperio, ma peggio ancora di un’infame azione calunniatrice che aveva il solo scopo di non disturbare il manovratore e lasciare le cose come stavano, a cominciare dai piccoli privilegi personali.

L’adulazione mischiata alla ruffineria produsse una miscela infame, cortigianerie vigliacche di gente senza scrupoli che arrivò a pubblicare su facebook un’istanza di fallimento (non una sentenza, si badi) mentre il procedimento giudiziario ancora in corso evolveva verso una macchinazione che, smascherata, ha finito per travolgere un’intera sezione del tribunale fallimentare di Roma.

Qua giù m’hanno sommerso le lusinghe, ond’io non ebbi mai la lingua stucca… dice Alessio Antelminelli da Lucca al divino poeta che lo incontra nel girone degli adulatori.

Con l’aggiunta che i nostri leccaculi, per ingraziarsi il potente del momento, spalmavano le loro lingue sul volto di altri…

Di questi ruffiani non c’è da temere. La loro patologia li porterà a leccare i nuovi padroni. Basta saperli riconoscere. Diverso l’atteggiamento verso i critici, anche più ostinati, nei confronti di quel passaggio di gestione che ormai è alle spalle. Se dietro di loro si muove (si è mossa) una manina che pure si è rivelata in qualche tecnicismo troppo sofisticato, in superficie c’è una passione libera e forte, forse spavalda e orgogliosa, come è nella loro natura, ma autentica e genuina. Dovremo parlarne, sotto un’unica bandiera. E lasciamo perdere la diffidenza che, come diceva Totò, è sempre triste.

GIULIANO FONTANI

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16 Comments

  1. Manuel73

    21/01/2016 at 18:45

    dovere di cronaca,
    facciamo solo i tifosi adesso, è possibile?

    ci sono 4 mesi di qui alla fine del campionato, se si vince siamo a posto,
    se non si vince e non hanno ricapitalizzato siamo falliti ok?
    tanto eravamo falliti pure ad agosto,

    e il vostro amico Ruggeri l’ha capito in fretta e se ne è ritornato a casa,
    a proposito ti posso linkare (ma tanto li trovi facilmente con una ricerca) articoli di Tirreno e Eco di Bergamo del 5 agosto 2015 con la nota dello stesso Ruggeri, che ringrazia i pisani per la stima ma, non potendo avere un quadro preciso dei conti societari, rinuncia alle trattative

  2. paul

    21/01/2016 at 14:06

    DOVERE DI CRONACA….a me non piace sentire balle, però dal momento che un progetto si va sempre più rafforzando con ottimi risultati ne deduco che la ricapitalizzazione sia o stata fatta o in via di soluzione sfruttando i tempi previsti. Quindi se Lucchesi me la da come fatta, che sia eseguita o in via di esecuzione, dopo quanto fatto da lui per il Pisa non ho motivo per non credergli. Un po come quando prende un giocatore ma per renderlo ufficiale si attende la firma del giocatore-

  3. dovere di cronaca

    21/01/2016 at 07:20

    ascolta PAUL, se a te piace sentirti dire le bugie fai pure, io ti rispetto e ti capisco.
    Non capisco le offese verso di me che invece mi piacerebbe sentir dire solo la verità…che senso ha dire che hanno pagato tutto e che la ricapitalizzazione è stata fatta se non è vero?
    Lo trovi giusto? ti sembra un informazione corretta?
    che i tempi tecnici ci sono…magari puoi aver ragione, io non lo so davvero, ma allora perchè dichiarare il falso?
    detto questo, la squadra è forte e lucchesi sportivamente parlando ha fatto un capolavoro..gli chiedo solo di non rovinare tutto e di ricapitalizzare veramente e magari dire un po’ meno bugie societarie … tutto qui. Ripeto, chiedetelo a Fontani se davvero hanno ricapitalizzato…

  4. paul

    20/01/2016 at 14:03

    DOVERE DI CRONACA….dopo aver ascoltato l assemblea le tue parole le trovo solo inutili e tendenziose…se, e dico se, non è stato ancora ricapitalizzato il debito vuol dire che hanno i tempi tecnici per farlo. Saluti e….buona visione.

  5. DOVERE DI CRONACA

    20/01/2016 at 11:12

    ” PREVENUTO E LIVORNESE”….POI?
    CHIEDETELO A GIULIANO FONTANI SE HANNO RICAPITALIZZATO O NO NELL’ASSEMBLEA DELL’ALTRO IERI. ESSENDO SICURAMENTE IL GIORNALISTA PIU’ INFORMATO DI PISA SICURAMENTE LO SA. COSI MAGARI A LUI CREDETE E NON LO INFAMATE. PRIMA O POI RICAPITALIZZERANNO E PAGHERANNO …MA INSOMMA ..DIRE CHE LO HANNO FATTO QUANDO NON E’ VERO NON MI SEMBRA GIUSTO.

  6. Antonio

    19/01/2016 at 23:51

    Paolo, Paul, Andrea Battini è stato il meno peggio tra gli ultimi presidenti, senza di lui il Pisa non sarebbe dove è perchè molto probabilmente sarebbe scomparso ben prima dell’agosto 2015, in più ha avuto il merito di aver tolto la società dalle mani di quel signore che Paolo ha chiamato il pecoraio. Quanto a Lucchesi provate a contare quante bugie ha detto da Agosto ad oggi senza dimenticare i tentativi falliti di acquistare Siena e Carrarese prima del Pisa, perchè? Aggiungete poi qualche problemino con la giustizia (veri e non fasulli come si vuol far credere nell’articolo) del nuovo proprietario. Mi pare ce ne sia abbastanza per essere un pò piu cauti a bere tutto quello che ti danno da bere ma si sa, i tifosi hanno memoria corta per queste cose.

  7. Paolo

    19/01/2016 at 19:41

    Antonio il pecoraio ha fatto pochi danni. È grazie a lui che hai fatto un anno di d. Col Battini eri sempre lì. Poi fino a prova contraria il battini t’ha fatto falli’ e prendere un punto di penalizzazione. Ma caa dici?

  8. andrea elbano

    19/01/2016 at 16:11

    Meglio Lucchesi un giorno che ….Battini ( o chi per lui..)tutta la vita!!!!

  9. paul

    19/01/2016 at 15:52

    antonio….hai dimenticato VOLUTAMENTE battini, o è una semplice dimenticanza???…anche lui ha sempre dichiarato conti in ordine e niente penalizzazioni….e si è visto-

  10. Antonio

    19/01/2016 at 15:01

    Quelli troppo bravi devono fare più paura degli altri perchè capaci di fare danni maggiori e la storia è li a ricordarcelo solo se si voglia ascoltarla anzichè prestare attenzione a quel che ci fa piacere ascoltare. Pomponi, Camilli, Covarelli, qualcuno ricorda come si erano presentati e poi come è finita?.

  11. Paolo

    19/01/2016 at 14:42

    Quanti professori a te che te lo ha detto che non hanno ricapitalizzato? Ma la domenica state a casa. Meglio poi ma boni. A meno che un tu sia livornese!!!

  12. paul

    19/01/2016 at 13:44

    DOVERE DI CRONACA…..SE NON HANNO RICAPITALIZZATO, RICAPITALIZZERANNO …qual è il problema?? sei prevenuto e lo stai dimostrando proprio come quelli del comitato….però poi la domenica tutti allo stadio a tifare lo squadrone eh?? se siete tanto diffidenti….STATE A CASAAA

  13. dovere di cronaca

    19/01/2016 at 06:52

    se sei un giornalista che sa tutto….sai benissimo che ieri non hanno ricapitalizzato, e quindi pagato, un bel NIENTE!! perchè non dirlo?… che informazione è questa? Perchè scrivere che hanno pagato i debiti quando non è vero???? O anche lei è “portato a leccare i nuovi padroni” ??

  14. Alessandro

    19/01/2016 at 01:22

    Un Vero Giornalista con la G maiuscola. Al di sopra di tutta la mediocrità del “giornalismo” Pisano

  15. Riccardello

    18/01/2016 at 21:57

    Orgoglioso di avere letto l’articolo , grazie Giuliano

  16. gianbruno

    18/01/2016 at 20:58

    io aspetterei a lodare e sventolare le bandierine….

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