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(Non) Pagelle Pisa Perugia

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Ci sono partite che non vanno giocate, vanno vinte.

E Pisa – Perugia di questo pomeriggio rientrava di peso in questa categoria.

Troppo importante la posta in palio per stare a disquisire sui moduli, sui numeri, sulle sostituzioni, sull’estetica del gioco, sulle diagonali e sulle veroniche e sulle giravolte spaziali.

(Ecco perché stasera alle consuete pagelle preferisco una riflessione più generale di quanto visto qualche ora fa …).

A volte c’è da lasciare il fioretto in albergo e presentarsi in campo nemmeno con la sciabola ma con la clava, quella nodosa e brutta da vedersi dell’uomo delle caverne, quella che però se ti arriva in testa la senti, eccome se la senti.

Verrebbe da dire che questo pomeriggio la clava l’ha impugnata Vido, che si inventa il più bel goal dell’ex che uno poteva sognare alla vigilia, una rete di rara bellezza che è come lampo accecante che squarcia le tenebre di una partita tendenzialmente brutta e bloccata da entrambe le parti dalla paura di perdere.

Ma la notizia positiva è che in quella che assomigliava terribilmente alla partita dell’anno la clava l’hanno impugnata tutti i calciatori neroazzurri, capaci di mettere a referto una prova di abnegazione ed attaccamento alla maglia a tratti commovente.

In difesa Pisano e Caracciolo hanno chiuso ogni millimetro possibile agli attaccanti del Perugia, riscoprendo il piacere innegabile di un paio di sane randellate date senza troppi complimenti ai malcapitati avversari.

A centrocampo vedi un De Vitis che canta e che porta la croce, un Gucher che dirige l’orchestra con bacchetta d’autore che nemmeno al concerto di Capodanno a Vienna, un Marin che sbaglierà sì qualche passaggio di troppo ma che rincorre anche l’arbitro all’intervallo quando rientra negli spogliatoi.

In attacco Vido illumina, Marconi sbuffa e fa le prove generali per tornare a volteggiare sui tetti di Goth…ah no di Pisa, Fabbro entra in campo con talmente tanta grinta e tanta carica che rischia di uccidere un malcapitato avversario con un intervento degno del miglior Pasquale Bruno.

Capitolo a parte merita il solito Masucci, per il quale potrei spendere il solito fiume di parole che sono solito dedicargli in questa rubrica ; stavolta mi limiterò alla commozione che mi ha attanagliato quando l’ho visto al novantacinquesimo andare a far pressing solitario sui difensori centrali del Perugia che si passavano il pallone davanti a Vicario. Un qualcosa che andrebbe fatto vedere in loop per un giorno intero a qualsiasi calciatore decida in futuro di indossare la maglia neroazzurra.

Una menzione anche a mister D’Angelo, che per dare a tutti la certezza di non avere paura – del momento, della classifica, dell’avversario – si inventa per l’occasione il tridente pesante e viene ripagato dal goal del finto trequartista Vido e da una vittoria che scaccia via fantasmi, processi sommari e tanti, troppi discorsi a bischero che si erano fatti da più parti (soprattutto sui social) nell’ultima settimana.

Roba che più la leggevi e più speravi nel Coronavirus, ma al contrario però …

Ed invece siamo tutti rinvigoriti da una vittoria importante che fa classifica e che fa morale, che ti fa andare ad affrontare il Crotone martedì prossimo con una rinnovata fiducia e che ti fa aspettare il prossimo impegno casalingo senza più l’assillo dei tre punti che non arrivano all’Arena Garibaldi.

Anche perché fra sette giorni a queste latitudini arriva il Livorno e c’è il derby dell’andata da vendicare, una ferita ancora aperta sulla pelle di ogni tifoso neroazzurro degno di tale qualifica.

Sabato prossimo servirà tutto quello di cui sopra : clava, cuore, testa, paura zero e coglioni quadrati.

E magari più dei 1700 paganti di questo pomeriggio … ecco, questo è un numero che mette davvero spavento, altro che quelli sul Coronavirus sbrodolati a vanvera alla TV da influencer molto poco vestite e presentatrici da carrozzone …

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