Il Pisa Siamo Noi

100 Volte con Te…100 Volte con Noi: Grazie Gabriel!

Il 18 marzo del 2012 è una data che rimarrà scolpita negli annali calcistici pisani; infatti, in questo giorno Gabriel Raimondi ha raggiunto le 100 presenze in campionato con la maglia del Pisa.

Voluto fortemente dal Direttore Petrachi, arrivò a Pisa nell’estate del 2006, in sordina, quasi in punta di piedi, senza scomodare i proclami della stampa e soprattutto senza sapere che quella era Casa sua.
Il 20 Settembre di quello stesso anno giocò la sua prima partita in nerazzurro nello 0 a 0 che ci vide dividere la posta con il Grosseto. Il 19 Novembre, contro il Monza, un intervento scoordinato di un brianzolo gli procurò un vistoso taglio in testa; chiunque sarebbe uscito e nessuno avrebbe avuto niente da ridire…ma Gabriel no! Restò in piedi a bordo campo, si fece applicare i punti di sutura, ben 13, e tornò in campo con una vistosa fasciatura; dopo la partita dichiarò che non era uscito perché poteva ancora correre e perché, visto che era già stato fuori per due settimane, gli scocciava uscire dopo soli 20 minuti. Ed è questo episodio, unito ovviamente a delle ottime prestazioni, che iniziò a far aleggiare il mito di Gabriel Raimondi: l’Uomo che non si ferma, l’Uomo che non molla, l’Uomo che lotta fino alla fine, senza mai fare un passo indietro e senza temer tempesta.
Il 25 Febbraio del 2007 realizzò la sua prima rete in nerazzurro regalandoci l’importantissima vittoria contro la Pistoiese che ci riportò in vetta alla classifica dopo ben sette anni. Le sue prestazioni risvegliarono anche antichi cori dal sapere argentino, cori che erano ormai sopiti da tanti, troppi, lunghi anni.
La stagione proseguì ed il Pisa giunse meritatamente ai play-off. Dopo aver eliminato il Venezia, un cartellino di troppo costrinse Gabriel a restare fuori nella finale di andata; ma in quella di ritorno, che ci vide ritornare trionfalmente in Serie B, Gabriel si rese protagonista di una prestazione magistrale…maiuscola…impeccabile, diventando una delle icone di quel mitico 17 Giugno.
Nell’estate che ci accompagnò alla Serie B, un applauso spontaneo da parte di tutto lo spogliatoio gli conferì la fascia di Capitano: la sua grinta e il suo spirito lo rendevano sicuramente il personaggio ideale…Leader si nasce, non lo si diventa!
In quella stagione, dove il Pisa sfiorò quella che sarebbe stata una clamorosa promozione, mettendo in mostra forse il più bel calcio mai visto a Pisa, Gabriel fu il cardine, il fulcro, l’anima di quella squadra: sicuro, determinato e deciso, inanellò una serie interminabile di prestazioni Maiuscole, tanto da solleticare anche l’interesse di alcune squadre di Serie A.
Ragazzo serio, preciso e dalle parole misurate anche quando nel Gennaio del 2009, fu inspiegabilmente ceduto al perugia, per ragioni che rimangono tuttora ignote, non fece una piega, né una dichiarazione fuori posto…quando in realtà avrebbe potuto facilmente sollevare una sommossa popolare con un sol fiato.
Ma il destino è beffardo e ha sempre in serbo delle sorprese, così, quando nel Gennaio 2011 arrivò la voce di un interessamento del Pisa nei suoi confronti, si recò personalmente ed immediatamente dal suo Presidente di allora per spiegargli, per dirgli, per fargli capire che aveva capito che Pisa era la sua Casa…e doveva tornare là.
La vittoria contro la Ternana del 23 gennaio fu il suo secondo esordio in nerazzurro e da lì alla fine del campionato dette sicurezza a tutto il reparto difensivo, portando il Pisa ad una salvezza che, ad un certo punto, sembrava essere veramente complicata.
In questa stagione qualche infortunio di troppo e un po’ di sfortuna lo hanno fermato per parecchio tempo, ma nel giorno della sua centesima presenza in campionato, oltre a fornire un’ottima prestazione come fulcro dei tre centrali di difesa, a pochi minuti dalla fine ha tenuto botta su uno scatto di 40 metri con il neo-entrato Curma…Gabriel è tornato!

Che cos’altro dire di Gabriel…

…ha fatto parte di due squadre che ci hanno fatto letteralmente impazzire…

…è uno dei pochi a cui sono stati fatti dei cori personalizzati…

…è il calciatore che ha giocato con più punti di sutura…

…è il giocatore con più presenze nel nuovo millennio!!!

100 Volte con Te, 100 Volte con Noi, questa è la dedica che abbiamo voluto fare a Gabriel in occasione della sua centesima presenza in campionato con la maglia del Pisa. Una dedica che vuole sottolineare l’unione, la sinergia, il legame che si è creato fra lui e questa città. Un legame che, come già scritto in precedenza, è schietto, sincero, genuino ed istintivo, che non si può premeditare, non si può gestire, si può solo viverlo, giorno dopo giorno uniti sotto gli stessi colori.

Grazie Gabriel!!!

Lo Staff de Il Pisa Siamo Noi

Oltre a questo piccolo e doveroso omaggio aggiungiamo una bella intervista che tenevamo in serbo da un po’ di tempo, in attesa di un occasione speciale:

– Gabriel, di dove è originaria la tua famiglia ?

Di un paese che si chiama Olavarria in provincia di Buenos Aires. A 400 km da Buenos Aires. Io sono nato lì e la mia famiglia è lì da anni e anni.

– Perché decidesti di venire in italia ?

Sono venuto solo per giocare a calcio. Avevamo un procuratore che ci parlava dell’italia come un paese dove avremmo potuto fare carriera. Io avevo 23 anni. Venni inizialmente non molto volentieri non per l’italia che anzi mi piaceva molto, ma perché non volevo più giocare al calcio. Venivo da una delusione con l’Atletico Madrid : ero a Madrid da due mesi e quando stavo per firmare il contratto il procuratore fece una cosa poco pulita con i soldi e cacciarono sia lui che me da un momento all’altro quando ero già d’accordo su tutto. Per cui tornato in Argentina volevo smettere di giocare. Il procuratore mi convinse a provare in italia a Casarano e da lì è iniziato tutto.

– Sei nato nel 1977, in un periodo storico molto particolare per il tuo paese. Sotto una dittatura militare che durò dal 76 all’83, hai qualche ricordo di quel periodo ?

La mia generazione in argentina è chiamata la classe di ferro. In famiglia mia siamo sempre stati apolitici perché mio padre era un grande lavoratore, si alzava alle sei del mattino e faceva turni anche di 12 ore. Tornava a casa solo per dormire e la mattina ripartiva per lavorare, per cui non si è mai interessato di politica né ci ha mai trasmesso una particolare passione per la politica.

Vicino a casa nostra c’erano i sovversivi armati contro il regime ma rispetto all’argentina di adesso, dove c’è una delinquenza incredibile, sotto questo aspetto si viveva tranquilli. Non avevamo nemmeno le porte in casa, era sempre tutto aperto. La dittatura aveva i suoi pro e i contro. I contro erano talmente brutti perché ti uccidevano anche solo se scoprivano che eri amico di un sovversivo, ma di positivo c’è che non esisteva la delinquenza, le porte restavano sempre aperte, nessuno entrava per rubare o per violentare le donne come succede spesso adesso in argentina.

Ecco, una cosa che mio padre ha sempre detto, quando succedeva che veniva derubato di qualcosa diceva sempre questo : una volta questo non succedeva ! con mia madre che subito rispondeva che però una volta c’erano i desaparecidos !

– Chi era il tuo idolo da piccolo ? Il giocatore per cui stravedevi a cui avresti voluto assomigliare?

Da piccoli l’idolo di tutti noi era Maradona ma capìì subito che non potevo diventare come lui, quindi ammiravo molto Oscar Ruggeri, un difensore centrale fortissimo, ma anche in questo caso, dopo averlo incontrato una volta in amichevole e resomi conto che era un gigante di due metri, capìì che anche in questo caso non sarei potuto diventare come lui. In finale se c’è un giocatore cui vorrei assomigliare è Ivan Cordoba.

– Chi è la persona più importante della tua carriera e perché?

Si chiama Alberto Tardivo che era l’allenatore della squadra primavera di serie B argentina in cui giocavo e che quando arrivai in città dal paese, giovane e spaesato, lui mi diceva sempre che mi mancava combattività e che per giocare al calcio dovevo combattere. Lui mi ha insegnato molto e mi ha fatto tirare fuori delle cose che poi mi son servite durante la mia carriera.

– Se non avessi fatto il calciatore, cosa avresti fatto ?

Il fisioterapista. Già studiavo per questo e mi piaceva molto.

– Ci racconti un aneddoto calcistico, una cosa particolare, divertente o strana che ti è capitata nella tua carriera?

Quando giocavo a Gallipoli, avevamo vinto il campionato con alcune giornate in anticipo, avevo un allenatore calabrese di nome Franco Giugno che era un martello, gridava sempre. Lui arrivava sul campo agli allenamenti prima di noi, si cambiava e già dal campo iniziava a gridare in calabrese perché ci sbrigassimo a prepararci e seguirlo. Gino Porchia, che era il capitano della squadra, un giorno, era il primo aprile, organizzò un bellissimo pesce : mentre lui era in campo che aspettava, noi uscimmo tutti da dietro, prendemmo le macchine e andammo via senza che lui si fosse accorto di nulla. Noi eravamo già a casa e lui gridava col fischietto in mano alla signora che curava il campo che ci facesse uscire.

– Sei scaramantico ? C’è un qualche rituale che segui prima di entrare in campo ?

Ero molto scaramantico. Lo sono diventato molto meno con gli anni quando mi sono accorto che non sempre funzionava. Mi sono tenuto i capelli lunghi perché ogni volta che me li sono tagliati una volta mi hanno mandato via da Pisa e l’altra mi sono fatto male. Anche se ultimamente non sta portando molto bene quindi penso che tra poco li taglierò.

– Qual è il tuo cibo preferito?

La carne in generale. L’asado in particolare. E’ l’unica cosa che mi manca del mio paese e la prima cosa che mangio quando torno. E’ un tipo di carne di vitello che consiste nella parte delle costole. Si fa alla brace, assomiglia alla nostra rostinciana.

– E la bevanda?

Il Mate. Non c’è un giorno che non lo beviamo. E’ la nostra bevanda preferita : un’infusione di erba mate argentina servita in uno speciale e apposito contenitore dal quale si beve l’infusione calda attraverso una cannuccia di ferro.

– La tua canzone preferita?

Una canzone di un gruppo argentino che si chiama Los Piojos intitolata “Todo Pasa”

-…e il film?

Braveheart” con Mel Gibson e “La Vita è Bella” di Benigni che ritengo un grandissimo

 -La partita che ti piace ricordare di più e perché?

Sicuramente la partita che non dimenticherò mai è Pisa-Monza (17.06.2007) perché è stata la partita più importante che ho giocato. Una partita speciale per tanti motivi che ricorderò anche dopo che avrò smesso di giocare.

– PISA : un aggettivo per descriverla e cosa ti piace di più.

La sento come casa mia. Ovunque sono andato non ho mai smesso di parlare di pisa, quando gioco con la maglia del pisa e incontro un amico avversario mi dice sempre : “ah, sei tornato a casa tua !”. Anche il presidente del cosenza quando mi liberò per tornare a pisa mi disse : “vai, torna a casa”.

Mi piace moltissimo la torre di pisa, vado spesso a visitarla, ci sono salito due volte e credo sia una cosa fantastica. Soprattutto adesso che è stata ripulita.

– Cos’è che i tifosi nerazzurri devono sapere di te?

I tifosi credo che l’unico mezzo che hanno a disposizione per conoscere bene un giocatore è la partita della domenica. Un giocatore è valutato per come si comporta in campo. Il segnale che cercherò di dare fino all’ultima partita che giocherò col pisa è quello di un giocatore che non si arrende mai e che venderà sempre cara la pelle fino all’ultimo.

 

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3 Comments

  1. Roberto D.M.

    22/03/2012 at 00:19

    Ragazzi, avete scritto un vero accorato omaggio per questo straordinario guerriero e ottimo calciatore che il Pisa1909 ha l’onore di avere ancora con se, magari per ritentare l’avventura.
    Io posso solo aggiungere , che ogni volta che lo vedo in campo o fuori per le interviste lo trovo un vero signore di una gentilezza squisita ; non disdegna mai un saluto e ha sempre un sorriso per tutti e in campo è una roccia e un riferimento indispensabile per tutti i ragazzi.
    Ciò che mi auguro è di non perderlo ancora, ma che resti con la Società con qualche compito sportivo in quel tempo che lui deciderà , il Pisa deve tenerselo caro un simile uomo straamato da tutta Pisa calcitica e non solo. Dai Gabriel ,accompagaci ancora alla salvezza di questo campionato e di più ,che tu sia il condottiero vincente del prossimo.
    .un tuo fedele stimatore.

  2. antonio

    21/03/2012 at 12:41

    persona umile e vera
    professionista serio
    per sempre nella storia del pisa
    grazie gabriel

  3. stefano

    21/03/2012 at 06:20

    ci vorrebbero tanti raimondi nel calcio per avere un bel calcio e un onesto calcio bravo calciatore e ottima persona. queste sono le caratteristiche fondamentali e lui (come favasuli) le hanno.

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