Il Pisa Siamo Noi

Pisa, l’Innocenza e la Passione – di Giuliano Fontani

105

Avrei partecipato volentieri alle iniziative dell’Associazione “Cento” per il 105.mo anniversario del Pisa, ma sono assai distante e non potrò essere presente. La lontananza, in questi casi, ha un vantaggio, quello di ravvivare i ricordi. Mi fa piacere, nell’occasione, consegnarne alcuni ai sostenitori più giovani perché sappiano conservare la passione che hanno per i loro colori. Io l’ho custodita gelosamente anche quando è stata attraversata da avvenimenti negativi che me l’hanno fatta sentire tradita e umiliata. Ma forse è proprio in queste dure prove che si consolidano le radici.

Nel 1959, quando il Pisa festeggiò il suo cinquantenario, avevo 10 anni e seguivo la squadra portato per mano all’Arena da mio padre e leggendo le vicende nerfazzurre sul giornale che lui stesso portava a casa. L’anniversario fu ricordato in ritardo. Per la data mi soccorre internet: era il 24 gennaio 1960 e fu pubblicato un numero unico del Pisa S.C. in bianco e nero, dedicato a quel primo mezzo secolo di vita. Quella domenica il Pisa giocava a Ascoli, sul campo di quella che allora si chiamava Del Duca Ascoli. La nostra squadra andava bene, era nelle prime posizioni della classifica e la gara aveva la sua importanza, tanto che un giornalista pisano, il compianto Renzo Passaponti, ne fece la radiocronaca in diretta, con i telefoni di allora, Fu la prima radiocronaca di una partita del Pisa. Eravamo nella Borsa Merci della camera di commercio, a piano terra. La voce di Renzo, che conobbi personalmente anni dopo, quando diventai suo collega , giungeva a malapena, coperta da un gracchiare continuo. Si capì soltanto che, con qualche affanno nel finale, i nostri erano riusciti a salvare lo zero a zero.

Fu quell’anno, pochi mesi dopo, che la mia passione fu tradita per la prima volta (ahimè, non sarebbe stata l’ultima). Il 3 aprile si giocava a Prato, sul campo della formazione che avrebbe vinto iil campionato. Ma noi potevamo insidiare il posto dei lanieri. Invece perdemmo per una rete a zero, se non ricordo male segnata nel primo tempo. C’ero anch’io, alla rete di recinzione della curva, con il babbo s’intende. Una delusione che ne tirò dietro un’altra più grossa perché quella partita di lì a qualche settimana si trasformò in un processo sportivo al Pisa. Il segretario del Prato, un certo Romeo Anconetani, a quel momento del tutto sconosciuto alle folle pisane, denunciò (e dimostrò a quanto pare) il tentativo di un nostro dirigente di comprare il risultato. Il giorno del processo comparve sui giornali anche quello che voleva essere un contratto, si sarebbe detto una goliardata, scritto sulla salvietta di un ristorante di Livorno.
Si proprio un tovagliolino vergato a penna, che costò al Pisa dieci punti di penalizzazione. Finimmò a 29 punti e per fortuna vincemmo l’ultima partita interna contro l’Ascoli, il 2 giugno, perché dalla zona promozione eravamo finiti a un passo dalla retrocessione.

Gli anniversari importanti, evidentemente, non ci portano fortuna, se si considera come è finito il centenario…
Nel giro di poco tempo la mia innocente passione di tifoso in erba fu tradita per la seconda volta. Era il 1962 e senza aver programmato niente il Pisa si trovò ad un passo dal ritorno in serie B, spinto dalle prodezze di un ragazzo emiliano, Gianni Bui, preso dalle giovanili della Lazio, da un’ala vecchia maniera, Vanini e da una gloria della Nazionale, Ugo Pozzan, che a Pisa tornerà molti anni dopo, da allenatore, ma solo per arrendersi alla malattia.
E’ il 25 marzo 1962, giochiamo all’Arena contro il Cagliari una partita che sa di spareggio. Da Serramazzoni, il paese di Bui, viene un pullman di suoi paesani con le bandiere del Pisa. Ma il grande Gianni non sarà delle partita, lo ingessano la domenica mattina, i suoi amici che sono arrivati all’Arena con grande anticipo lo vedono mentre se ne va in lacrime. Sbucano i giocatori dal sottopassaggio, tutti si domandano il perché dell’assenza di Bui, il goleador, il bomber che ci aveva fatto sognare. Ma il centravanti non c’è e il centromediano, Bertoli, accusa un improvviso dolore a un ginocchio appena arrivato sul terreno di gioco. Non c’erano giocatori in panchina, viene chiamato frettolosamente la riserva, Franchini, che era seduto comodamente in tribuna. E’ una disfatta: perdiamo 4-0, un certo Gazza del Cagliari sembra un fenomeno. Sventolo la mia bandierina di carta nella nuovissima curva nord. Spero ingenuamente fino all’ultimo, non mi rendo conto del tradimento, della partita truccata, fin quando non scoppio a piangere e butto la bandierina dagli spalti. La vedo finire in un bozzo. Era il naufragio della mia innocente passione.

Due ricordi tristi. Ho pensato che sarebbe stato facile, troppo facile, rispolverare dal cassetto i giorni delle vittorie e dei trionfi. Volevo semplicemente dire ai tifosi più giovani che non deve essere la delusione di un giorno a negare le gioie e le emozioni che ci aspettano.

GIULIANO FONTANI

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5 Comments

  1. m uassimo

    13/04/2014 at 11:41

    Hai ragione da vendere caro Giuliano,infatti aldilà delle delusioni e della categoria la passione deve rimanere accesa eternamente come la nostra dolce pisa

  2. manuel73

    12/04/2014 at 15:31

    caro Fontani, speriamo davvero come dici tu che… gioie ed emozioni ci stiano aspettando!!!
    e concordo con il tuo invito a non farsi prendere dalla delusione di un giorno, di un periodo,
    lottiamo come tifosi per un Pisa più forte in grado di darci le soddisfazioni che vogliamo

  3. paolo

    11/04/2014 at 16:52

    Franchini scese in campo con la buzza perchè sicuro di non giocare aveva mangiato quanto un maiale. Tale Bertoli smise di giocare di li a poco e aprì una mega macelleria per quei tempi al suo paese nell’interlan milanese. A pensare male si fa peccato ecc. ecc.

  4. andrea elbano

    11/04/2014 at 16:42

    Caro Giuliano, a Prato perdemmo con un gol di Boninsegna e in quella squadra c’erano Bertini, Vieri,Dell’Angelo…..e Anconetani!!!! Con il Cagliari(4-!) Bertoli vendette la partita e l’anno dopo era allenatore in seconda dei Sardi……all’andata vincemmo all’amsicora 1-0……

  5. gabriele

    11/04/2014 at 15:33

    Grazie per tuoi articoli Giuliano, sai sempre tirare fuori quel lato piccante e allo stesso tempo filosofico e saggio come solo tu sai fare. Ma ora per noi tifosi è il momento della verita, per quest’anno s’intende, ci siamo stufati di vedere le piccole realtà gioire e per noi, da ormai troppo tempo, continue delusioni. Ci sta di perdere, quello si, ma noi vogliamo e pretendiamo che i nostri beniamini sudino sangue, giochino con la bava alla bocca, tirino fuori gli attributi e quella grinta che abbiamo solo noi tifosi, ma sugli spalti! Noi respiriamo e parliamo di Pisa tutta la settimana, e la domenica vedere i nostri calciatori mosci, lenti, sfiniti gia nel secondo tempo e che non sanno cosa sia il “movimento senza palla” è sconcertante. Spero utilizzino questa sosta per allenarsi e fare un po di fiato perche sono seriamente preoccupato di non raggiungere neanche il nono posto.

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