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In Viaggio Con il Pisa…a Gubbio – A Cura di Giuliano Fontani

I Viaggio

Pronti a rimetterci in cammino, ancora sulle strade dell’Umbria. Il
computer che redige i calendari non ha molta fantasia: l’anno scorso
Perugia e Gubbio in immediata successione, quest’anno con l’intermezzo
della partita casalinga contro la Paganese. Comunque in Umbria si
torna sempre volentieri, la gente è ospitale, la cucina saporita, la
terra ricca di storia.
Il quadretto del’Umbria felix non è guastato anche se Therence Hill
nei panni di don Matteo e Frassica, nelle vesti dell’ingenuo
maresciallo dei carabinieri, non si sono risparmiati nel dipingerlo
come un territorio del crimine, una sorta di Harlem nostrana. A star
dietro alla fortunata serie televisiva sembra che tutti i peggiori
delitti d’Italia siano avvenuti nella quieta Gubbio, a dispetto della
sua immagine paciosa e rilassata della sua comunità. Crimini sempre
risolti, s’intende dal prete in bicicletta, ma pur sempre crimini. Non
ce l’hanno fatta i due famosi attori e tutto sommato non ce la fanno
neppure le cronache giornalistiche a rovinare l’immagine del laborioso
e onesto popolo eugubino. Ogni tanto i carabinieri arrivano davvero,
non quelli della fiction televisiva, ma quelli della polizia
giudiziaria di Perugia. L’indagine “Trust” ha coinvolto l’ex sindaco
Orfeo Goracci e la sua vice Maria Cristina Ercoli, ma non si tratta di
uno scandalo clamoroso: associazione a delinquere finalizzata
all’abuso d’ufficio. Un “sistema” illecito nell’amministrazione del
municipio che ogni tanto riserva qualche colpo di scena del tutto
imprevedibile. L’altro giorno, durante una perquisizione negli uffici
comunali alla ricerca di tutt’altro, sono saltati fuori disk e altri
materiali pedopornografici, bambini e bambine riprese in pose e in
atti assai scabrosi. Il sospettato è il gestore del pc, un impiegato
di 50 anni padre di due figlie.
L’aria vagamente incantata della cittadina (il più grande comune
della regione) è stata scossa dalla notizia. Ma poi tutto è tornato
nella normalità. Una quotidianità fatta di un solido artigianato, che
è la rislorsa economica maggiore e più sicura. Tante piccole e qualche
volta micro aziende a conduzione familiare che costituiscono
l’ossatura economica di Gubbio. Insieme al turismo (merito anche di
don Matteo) perché Gubbio ha molte cose belle da mostrare, alcune
delle quali molto conosciute, altre un po’ più nascoste. Una
passeggiata mattutina nel palazzo dei Consoli, vero ombelico della
cittadina, restituisce un alito di medioevo impareggiabile. Il palazzo
dei Consoli è anche sede del museo civico, ma soprattutto le sue
stanze custodiscono le famose tavole eugubine, che sono la delizia dei
glottologi italiani. Si tratta di sette tavole di bronzo, cinque delle
quali incise su entrambe le facciate, che sarebbero l’introduzione
dell’antica lingua umbra per descrivere antichi riti religiosi. Con un
piccolo mistero legato alla storia di Gubbio. Le tavole originarie
sarebbero state d’avorio (il dubbio sussiste) e sarebbero finite nelle
mani di Federico da Montefeltro durante il grande dominio marchigiano.
Ma Federico, appassionato studioso di glottologia, le avrebbe
restituite in bronzo, mentre le originali si sarebbero perse.
Palazzo dei Consoli è dunque il cuore pulsante di Gubbio, l’immagine
più autentica della cittadina, compresa fra le austere mura di tutte
le abitazioni antiche e una campagna verdissima e suggestiva. Un
ambiente anche intriso di spiritualità, perché Gubbio è giustamente
considerata la seconda città francescana d’Italia. E’ qui, nel
convento della Vittorina, che il santo avrebbe rabbonito il feroce
lupo che terrorizzava gli eugubini, facendogli il segno della croce
sulla bocca, dal che il proverbiale augurio divenuto patrimonio di
tutti. In bocca al lupo, dunque, che poi – secondo la leggenda –
sarebbe appunto crepato. .E qui la storia propone un altro giallo:
nella chiesa di San Francesco della Pace si conserva la pietra del
piccolo sarcofago che avrebbe custodito i resti di “fratello Lupo”, ma
che poi sono scomparsi mettendo d’accordo il potere ecclesiastico con
quello laico. Fatto è che il sarcofago, in effetti, era troppo piccolo
per custodire i resti di un uomo.
A Gubbio dunque, per una passeggiata prima della partita. I
precedenti non sono molti, l’anno scorso andò male. Anzi malissimo,
una delle più brutte prestazioni della stagione, che però fu subito
cancellata. Ci torniamo con qualche esperienza in più, non prima di
una sosta alla Locanda del Cantiniere, che sfrutta la concomitanza con
la fiera del tartufo per proporsi in grande sfolgoro ai suoi clienti.
Tagliolini al tartufo e grande norcineria, ma per chi volesse
insistere sul tartufo, consigliabile la grattugiata su una coppia di
uova al tegamino. Delizie del palato, con un bicchiere di Sagrantino
di Montefalco, in attesa di un exploit nerazzurro sul campo. Non per
mischiare il sacro con il profano, ma come resistere alla tentazione
di fare un segno della croce sulla bocca del lupo?

GIULIANO FONTANI

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