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28 Gennaio 1912 – La Partita della Vita o della Morte
- Updated: 28/01/2014
Il 28 Gennaio 1912 è una data epocale per la lunga storia del calcio pisano, un vero e proprio crocevia che segnò definitivamente il cammino di questo magico sport in questa magica città. Il 28 Gennaio 1912 si giocò quella che venne battezzata “la partita della vita o della morte”.
Da alcuni anni il calcio si stava rapidamente diffondendo in città, tutti i giovani erano affascinati da questo nuovo gioco, molte e diverse realtà si stavano affermando, ma si faceva sempre più pressante ed indispensabile il bisogno di scegliere quale sarebbe stata la squadra che avrebbe rappresentato Pisa al di fuori dei propri confini. A distinguersi fra tutte erano due Società che per forza e organizzazione si stagliavano al di sopra di tutte le altre: lo Sporting, fondato nel 1909 da Ferruccio Giovannini, e l’Alfea, polisportiva attiva dal 1906, che da alcuni mesi si era fusa con il Pisa Foot Ball Club.
Venne deciso di giocare una singola gara e chi si fosse imposto avrebbe rappresentato il calcio pisano e sarebbe stata La Squadra della Città. Questo mise una grande pressione sulle due Società, l’importanza della gara e la rivalità fra i due club portò ognuno ad “organizzarsi come meglio poteva”. Lo Sporting “tesserò” tre giocatori provenienti da fuori città, mentre l’Alfea si buttò direttamente sugli stranieri, mettendo in rosa fantini stranieri, inglesi o balcanici, ospiti a Barbaricina per le corse.
Arrivò il fatidico giorno, i rispettivi supporter si presentarono al campo imbandierati e festanti, capeggiati dai propri presidenti. Il primo tempo si concluse sullo 0-0. Nei primi minuti della ripresa, sotto un autentico diluvio, Mattiello (Sporting) fallì malamente un rigore e poco dopo venne annullato un gol a Donnini (Alfea). Al 65′ la gara ebbe il suo primo sussulto grazie ad Eschini che portò in vantaggio l’Alfea, ma la reazione dello Sporting fu veemente ed immediata. Mattiello si fece perdonare l’errore dal dischetto realizzando la rete del pareggio per i Nerazzurri e, quando l’incontro sembrava ormai destinato a concludersi in parità, Saggini portò in vantaggio lo Sporting realizzando la rete del 2 a 1, che elesse la squadra di Giovannini a prima realtà calcistica della città.
Avremmo potuto tifare Alfea, adorare il colore granata, ma le reti di Mattioli e Saggini segnarono per sempre il futuro, i colori e l’identità del calcio pisano in quello che fu uno scontro epico, memorabile, di un calcio che non c’è più, ma che ci ha portato ad essere quello che siamo.
Senio Calvetti




Jacopo
28/01/2014 at 10:28
A proposito… ma come è la situazione con il nome del Pisa?Ero rimasto che Donati avrebbe regalato il titolo sportivo Sporting Club al Pisa, si è fatto niente?Che è successo?