Il Pisa Siamo Noi

Quel Treno Chiamato Ringhio

gattuso

Nel corso della nostra vita quanti treni ci sono passati davanti agli occhi sui quali non siamo riusciti a salire ?
Sono sicuramente un buon numero, forse più di quanti ci faccia piacere ricordare.
Inutile nascondere che spesso tale eventualità ha portato nei nostri cuori sentimenti quali il rimorso ed il rimpianto.
E’ questo un aspetto dell’esistenza  che può essere tranquillamente traslato al calcio, alle sorti della propria squadra del cuore.
Chi scrive queste righe oltretutto ha visto nascere la propria passione sportiva proprio grazie ad un treno.
Era quel treno gonfio di amore e di speranza che avrebbe portato un estasiato ed incredulo bambino di sette anni allo Zini di Cremona.
Quel treno che ha attraversato come una lama tutti gli anni della mia vita da lì in avanti.
Quel treno che probabilmente mi vede tuttora passeggero volutamente incapace di scendere.
Il problema è che la storia è comunque andata avanti,  e la storia racconta di altri treni che sono transitati dinnanzi agli occhi del mio, del nostro Pisa.
Il problema è che su questi treni l’immenso popolo neroazzurro non è riuscito a salire.
Il problema è che il perdere tutti questi treni ha innegabilmente cambiato la storia del calcio pisano.
Rammento il treno di Salerno, perduto per un nonnulla, per un calcio di rigore sbagliato di troppo : quel giorno decretò inesorabilmente la fine dell’epopea targata Romeo Anconetani e la morte del glorioso Pisa Sporting Club.
Rammento un treno chiamato Brescello, quando un capostazione malvagio di nome Max Vieri lasciò a piedi una delle più belle squadre viste all’Arena Garibaldi negli ultimi trent’anni e per certi versi decretò la fine di una presidenza seria e competente qual’è stata quella di Roberto Posarelli e del compianto Enrico Gerbi.
Rammento ancora con dolore quel treno malauguratamente perduto in quell’afoso pomeriggio di Bergamo, quando mezza Pisa si era spostata in Lombardia per cogliere una grande opportunità che si chiamava Maurizio Mian : sappiamo tutti come è andata a finire.
Rammento un treno guidato da Alessio Cerci e Vitaly Kutuzov, un diretto che stava portando una città in estasi nella massima serie del calcio italiano ; due infortuni bastardi misero KO i due conducenti e tutti noi fummo costretti a scendere proprio sul più bello.
Analogo ragionamento può essere fatto per il treno transitato a Latina pochi anni or sono : una brusca frenata ai nostri sogni di gloria dopo i tre mesi più belli vissuti nel corso di questi ultimi anni così avari di gioie e di soddisfazioni.
L’ultimo treno che mi ricordo è il treno del ripescaggio passato per Pisa poco più di un anno fa e dal quale siamo stati sbattuti fuori a calci a pochi metri dalla stazione della serie B : con ogni probabilità le angosce che stiamo vivendo in queste ultime settimane sono proprio dovute a questa dolorosa situazione, senza volere in questa sede tornare ad analizzare di chi sono state le responsabilità di una beffa che brucia ancora a quindici mesi di distanza.
Non c’è che dire, di treni perduti sotto i nostri occhi ne sono passati davvero troppi.
Ma il bello della vita (e di conseguenza dello sport) è che spesso si presenta una nuova occasione.
Un nuovo treno sul quale provare a salire.
E da poco più di tre mesi alla stazione di Pisa si è fermato un treno di nome Gennaro Gattuso.
Spero che il popolo pisano riesca a comprendere la portata di tale mezzo di locomozione.
Io che ho la fortuna di poter seguire le sue conferenze stampa sono rimasto fin da subito colpito dalla grandezza dell’uomo, non da quella del personaggio.
Ogni settimana davanti ai miei occhi si para l’uomo Gattuso, non il campione d’Italia, non il campione d’Europa, non il campione del Mondo.
Mi trovo spesso a dover constatare che finisco di ascoltare le sue parole ed ho i brividi.
Perchè Gattuso parla prima al cuore e poi alla testa.
I suoi concetti sono rappresentativi della sua persona : hanno la forza dell’onestà e della semplicità.
Con il trascorrere delle settimane riesco a comprendere i motivi per i quali, per dirla con le parole del nostro amico Simone Calori, “Gattuso è un uomo che è partito dal nulla ed è arrivato dappertutto”.
Appunto, è un uomo.
Vero.
E Dio solo sa quanto bisogno abbiamo di un uomo vero come il nostro mister in questi momenti di scarsa chiarezza e di tanta paura, con il nostro adorato Pisa prigioniero di rattrappiti artigli che non gli permettono di spiccare il volo definitivo verso quanto gli spetta di diritto.
Un futuro da protagonista.
In mille modi diversi il popolo neroazzurro chiede una cosa sola : la verità.
Ebbene, io vi dico che la verità sta tutta nella figura di Gennaro Gattuso.
Nel suo lavoro.
Nella sua testa.
Nelle sue idee.
Nel suo cuore.
Ecco perchè mi permetto di rivolgere una preghiera a coloro che devono liberare il Pisa da questa antipatica ed oramai intollerabile situazione di imbarazzante empasse.
Non fate andar via da Pisa il treno Gennaro Gattuso.
Fate tutto quello che è in vostro potere per permettere al popolo neroazzurro di potervi salire e di poterne godere gli enormi benefici.
Sarebbe un autentico delitto, sportivo ed umano, far partire questo treno desolatamente vuoto.
Certo, il calcio insegna che prima o poi da questo treno dovremo pur scendere, ed al momento la stazione di arrivo è ignota.
Ma fate in modo che tutti noi possiamo raccontare ai nostri figli ed ai nostri nipoti che su questo treno siamo riusciti a salire.
E che ci siamo potuti godere la corsa fino alla fine.
Fino alla fine.

Gabriele Bianchi

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10 Comments

  1. Luchino

    07/12/2015 at 10:29

    Bravo Gabriele hai colto nel segno. Aggiungo solo che il tempo è galantuomo ora il popolo nerazzurro capirà che razza di uomo è il Nonno e che errore è stato credergli gettando la croce addosso a Mister Braglia, anche lui travolto dalle nefaste vicende societarie e di Lega!

  2. Rik

    01/12/2015 at 21:04

    Se il tifo nerazzurro è il dodicesimo uomo in campo, Ringhio e’ il tredicesimo.

  3. Roby62

    01/12/2015 at 19:45

    Condivido in pieno , aggiungo soltanto che come tifosi abbiamo perso troppo tempo per capire che Batini era un dilettante da cacciare prima di Braglia o subito dopo visto che le colpe ora sono chiare un saluto al popolo nerazzuro

  4. Bruno56

    01/12/2015 at 19:12

    A volte non ci rendiamo conto della fortuna che ci capita di avere, Gabriele menomale che esistono anche persone come Te, il Gaggini, il Fontani che oltre ad avere competenza parlano con il cuore, immensamente nerazzurro e ci spiegano come funzionano i vari momenti in cui si trova “il nostro Pisa”. Grazie!

  5. tito1979

    01/12/2015 at 18:54

    Spero che chi ha sempre sbandierato amore per il Pisa capisca e si metta una mano sul cuore e l’altra al portafoglio

  6. paolo

    01/12/2015 at 17:39

    Io spero che leggano e capiscano tutti Specialmente quelli che non stanno ne con Battini ne con Lucchesi e per i quali forse non ci sarebbe oggi questo Signora a Pisa.

  7. mauriziodoc

    01/12/2015 at 13:54

    Grazie Gabriele,anche se mi hai fatto venire i lucciconi e il groppo in gola

  8. antonio

    01/12/2015 at 13:37

    Battini vattene.
    E’ finita l’epoca del dilettantismo a Pisa.
    Vogliamo sognare e professionalità.

  9. rdm

    01/12/2015 at 12:52

    Un bel Treno che si chiama FRECCIA ROSSA !
    Per il resto, un racconto perfetto,meglio di così non potevi descrivere questo momento di ritrovata fiducia e perché no, anche di magia.

  10. Stefano S.

    01/12/2015 at 11:59

    bellissime parole.
    Condivido al 100%

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