Il Pisa Siamo Noi

Pagelle Pisa Viterbese

pagelle

Chi mi conosce, chi mi legge da anni, sa – o per lo meno dovrebbe sapere – che il sottoscritto nei momenti più significativi della stagione preferisce sostituire le parole ai freddi numeri.

E quindi penso che nessuno si meraviglierà del fatto che le pagelle di Pisa – Viterbese non verranno stilate, o almeno non nella forma consueta che chi frequenta questo portale ben conosce.

Della partita contro i gialloblu laziali che ha decretato la fine della stagione agonistica 2017/18 c’è da dire ben poco. O forse ci sarebbe da dire troppo, quindi è meglio limitare parole e concetti.

Pertanto mi fermerò a dire che sono d’accordo con l’analisi post gara di Giovanni Corrado : si è trattato di una partita che è stato specchio sin troppo fedele dell’intera annata, nel (molto poco) bene e nel (troppo) male.

La crisalide non ce l’ha fatta a diventare farfalla.

Tradotto in termini calcistici, neppure l’atmosfera dei play off ha saputo risvegliare amor proprio, grinta, cattiveria agonistica, garra e chi più ne ha più ne metta in una squadra che forse squadra davvero non lo è mai stata.

Un buon gruppo, certamente. Tanti bravi giocatori, senza dubbio. Ma da qui a parlare di squadra ce ne corre, soprattutto per chi ha un poco di memoria storica e ricorda gli anni del primo Piero Braglia e di Gennaro Gattuso : pochi valori tecnici ma valori umani nettamente sopra le righe.

E la serie C in generale ed i play off in particolare gli vincono gli uomini veri e non presunti campioni che alla prova dei fatti si sciolgono come neve al sole.

Ci sarebbero da analizzare tante cose, ma tante davvero : gli allenatori scelti, i giocatori erroneamente individuati come valori aggiunti per la categoria, quattro portieri e forse nemmeno uno che valesse uno Iannarilli, la mancanza di un terzino sinistro che desse fiato a Filippini, la questione Mannini, le troppe panchine di Lisuzzo, il caso Carillo, il mercato di gennaio totalmente toppato che fa il paio con quello dell’anno precedente, dichiarazioni rivedibili da parte dei padroni del vapore, gli attaccanti che non fanno goal nemmeno con le mani, Negro lontano parente del giocatore ammirato a Matera, Gucher lontano parente del giocatore ammirato a Frosinone, Eusepi osannato dalla piazza in estate ma mai davvero decisivo, …

Ci sarebbero poi da analizzare molte situazioni di contorno : come non sottolineare il clima mieloso nel quale è stata vissuta questa stagione, l’impossibilità di poter in qualche modo avanzare dubbi e perplessità sulla gestione sportiva della vicenda, l’essere tacciato quale vile untore dopo le pagelle di Pisa – Cuneo oppure quelle di Pisa – Monza, quando le prime avvisaglie dei problemi che di lì a poco sarebbero detonati erano state evidenziate ma che avevano visto alzarsi con toni minacciosi il popolo cieco al grido di gufo, iettatore, cassandra.

E come non rammaricarsi del voler sempre aspettare di versare lacrime a babbo morto, dell’avere voluto sospendere tutti i giudizi perché c’erano i play off a 249 squadre, dello sperare ingenuamente che cosa non si era visto per nove mesi si potesse vedere improvvisamente in un paio di settimane, dei soliti annosi discorsi del carro dei vincitori sul quale poi tutti sarebbero frettolosamente saliti.

Ebbene, quel carro è rimasto desolatamente vuoto, ed anche coloro che hanno sempre creduto, fin dall’inizio della stagione, che quel carro sarebbe rimasto chiuso in rimessa, beh, questa sera non festeggiano affatto. Anzi, magari si rammaricano che i propri gridi di allarme siano caduti nel vuoto.

Quante cose ci sarebbero da scrivere. Pure troppe.

Ma non stasera.

Stasera è il momento dell’amarezza, della consapevolezza di un’altra stagione gettata alle ortiche, del rammarico di dover ripartire ancora una volta in terza serie, alla ricerca di paesi dimenticati da Dio su e giù per l’Italia. Perché, è bene ricordarlo a beneficio dei più distratti, chi scrive queste righe c’è sempre stato e sempre ci sarà, tanto per mettere in chiaro le cose.

Stasera è il momento di raccogliere i cocci, provando a ricacciare indietro tutta la stanchezza accumulata nel corso di una stagione così avara di soddisfazioni e di gratificazioni per quello che magari è diventato lavoro ma che resterà per sempre un’immensa passione.

Stasera è il momento delle riflessioni, comprese quelle dolorose.

Compreso il guardarsi dentro e rivedersi sdraiato sui gradoni della vecchia Arena sportivamente ucciso dal goal di Max Vieri, ripercorrere mentalmente il calvario che fu il viaggio di ritorno da Bergamo del 2003, commuoversi a distanza di anni per il goal di Ceravolo e per l’apoteosi di Foggia, rivivere la scossa di adrenalina che fu il goal di Favasuli a Perugia, ritorvarsi con gli occhi umidi a pensare a quella notte di ritorno da Latina.

Compreso il dover constatare con tutto il rammarico possibile che questa sera il Pisa ha perso l’ennesimo treno importante per la serie B e sostanzialmente la cosa mi lascia del tutto indifferente. Come mi ha lasciato del tutto indifferente l’intera stagione agonistica.

E questa – senza voler cadere nella trappola del dover cercare i colpevoli a tutti i costi, cosa che lascio fare a tutti quelli che sono più bravi di me – credo che sia la sconfitta più grande di questo campionato 2017/18 da dimenticare il più in fretta possibile.

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One Comment

  1. mau1933

    25/05/2018 at 11:42

    Un buon film non è realizzabile e tanto meno può avere successo se il produttore non sceglie oculatamente regista e interpretiNel caso del Pisa, le scelte del produttore,cioè la proprietà,sia per quanto riguarda il regista,cioè l’allenatore,e sia per quanto concerne gli interpreti,ossia i calciatori,si sono rivelate del tutto inadeguate tanto piu’se si tiene presente la splendida coreografia della tifoseria.Lo scadente film della stagione agonistica ormai comclusa e coerentemente coronata dal finale/flop dei play off non richiede ulteriori commenti potendosi al riguardo semplicemente recepire le considerazioni e constatazioni espresse nel suo articolo da L.Bianchi.Ora non resta che sperare che la proprietà tesaurizzi l’esperienza passata sulla cui oggettiva base deve essere costruito il futuro,dando veramente un positivo senso agli investimenti il che costituisce anche il suo legittimo interesse.La “coreografia” non mancherà di fare la sua parte.

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