Il Pisa Siamo Noi

Pagelle Livorno Pisa

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Non è mai facile analizzare una sconfitta, meno che mai quando arriva in un derby sentito quale è Livorno contro Pisa.

Oltretutto i neroazzurri arrivavano al “Picchi” sulle ali dell’entusiasmo dovuto al positivo cambio di guida tecnica ed all’emozionante vittoria ottenuta sabato scorso all’ultimo respiro contro il Pro Piacenza.

E l’avversario era ferito, spaesato, reduce da tre sconfitte consecutive e dall’ennesimo ribaltone in panchina, con Andrea Sottil che per la terza volta in stagione tornava a sedersi sulla panchina amaranto.

Insomma, tutti gli ingredienti giusti per rinverdire l’ultima vittoria pisana in terra labronica datata 3 dicembre 1978. Quaranta anni fa.

Non solo. Un’occasione più che ghiotta per reinserirsi con prepotenza nella corsa al primo posto dopo che in vetta lo stesso Livorno ed il Siena avevano fatto a gara per non vincere il campionato.

Pisa che si presenta in campo con lo stesso undici iniziale visto nelle vittoriose gare contro Giana Erminio e Pro Piacenza.

Livorno che deve fare a meno degli squalificati Borghese, Franco e Murilo e degli infortunati Gasbarro e Baumgartner ; gioca Doumbia fermo da oltre un mese mentre capitan Luci è costretto a partire dalla panchina. Tradotto : amaranto non certo con la miglior formazione possibile.

Pronti, via e ti aspetti un Pisa in grado di sfruttare il volano psicologico favorevole descritto finora e di disintegrare le pochissime certezze ancora in mano all’avversario.

Ed invece dopo sette minuti sei costretto a vedere Doumbia che si invola in azione di contropiede e che si fa solo soletto cinquanta metri di campo, con Lisuzzo fuori posizione, Sabotic in ritardo ed il centrocampo totalmente tagliato fuori dalla verticalizzazione di Vantaggiato ; Voltolini esce, torna indietro, rimane immobile e per l’ex Lecce è un gioco da ragazzi portare in vantaggio i padroni di casa.

Ed il volano psicologico di cui sopra diventa un boomerang che si infrange nei denti dei giocatori in maglia neroazzurra.

Ed un ambiente che sembrava sull’orlo di una crisi di nervi si rianima di colpo e torna ad incitare i propri beniamini come se gli assurdi ultimi mesi non fossero nemmeno esistiti.

Ci sarebbe ovviamente tutto il tempo per rimediare alla frittata fatta, ma ti accorgi con il trascorrere dei minuti che ci sono molte cose che non vanno in casa pisana.

Innanzitutto le corsie laterali, dove Filippini viene ridicolizzato da Doumbia e Birindelli incappa in una giornata no che oltretutto costringe Lisi a fare gara difensiva per non vedere l’out di destra a totale appannaggio di Maiorino e Valiani.

In mezzo al campo c’è un Maltese che come contro il Pro Piacenza non entra in partita e fa rimpiangere Izzillo, entrato ad inizio ripresa (come sabato scorso) quando però metà gara è oramai in archivio.

Davanti poi Negro sembra tornato il giocatore tremebondo visto nel corso della gestione tecnica targata Carmine Gautieri ; l’ex Matera ne azzecca davvero poche ed oltretutto lascia tutto solo Eusepi a combattere contro la retroguardia amaranto senza particolare fortuna.

Per il resto ci sono Gucher che prova a mettere ordine nella battaglia di centrocampo e Di Quinzio che parte dall’out di sinistra e tenta di mettere a referto qualche giocata di qualità, ma i risultati sono poco apprezzabili per entrambi (che comunque alla fine della fiera saranno i più positivi in casa neroazzurra).

I rimpianti aumentano analizzando la gara del Livorno, avversario tutt’altro che trascendentale, che corre per venticinque minuti e che poi inizia a giocare con il cronometro dimostrando una condizione fisica deficitaria ed una situazione psicologica di certo non tranquilla : gli uomini di mister Sottil giocano a totale protezione della propria area di rigore con i centrocampisti che di rado superano la linea mediana e che si affidano unicamente agli spunti dei due esterni Doumbia e Maiorino ed alla capacità di proteggere il pallone di un Vantaggiato assai appesantito.

Ciò nonostante il vantaggio dei padroni di casa resiste, anche perché mister Petrone ritarda colpevolmente alcune sostituzioni : trascorrono i minuti e ti domandi come mai Negro e Birindelli sono ancora sul terreno di gioco.

E proprio per una mancata diagonale del giovane terzino neroazzurro arriva il goal che rappresenta la pietra tombale sulla contesa (e sui sogni di gloria ospiti) : il neo entrato Kabashi è completamente libero da marcatura ed ha tutto il tempo per mettere sui piedi di Vantaggiato il pallone per il più facile dei tap-in.

Il “Picchi” è in delirio, il Livorno riconquista la vetta della classifica ed al Pisa non resta altro da fare se non leccarsi le ferite, come troppe volte già successo nel corso di questa altalenante stagione.

Si torna a casa con addosso il rammarico per quello che poteva essere ed invece non è stato e con la delusione di aver per l’ennesima volta rianimato un avversario che sembrava essere un malato in fase terminale.

Ma soprattutto si torna a casa con la fastidiosa sensazione che ancora una volta sono emersi quei limiti evidenziati continuamente nel corso di questo campionato, limiti che nessuno dei tre allenatori che si sono alternati sulla panchina neroazzurra sono stati in grado di colmare.

Il più grave dei quali – a mio modesto avviso – è la totale inadeguatezza dimostrata nell’affrontare le partite “sporche” tipiche di questa categoria ; ovvero quei match che negli anni di Piero Braglia e Gennaro Gattuso hanno fatto la differenza in positivo per il sodalizio neroazzurro.

Ed invece nel corso di questo campionato ogniqualvolta c’è stato da tirar fuori la clava si è clamorosamente caduti in difetto : le gare contro Arezzo, Prato, Lucchese e Gavorrano sono qui a dimostrarlo, oltre che la prestazione di questo pomeriggio. Forse soltanto in occasione del derby dell’andata si è vista una squadra che sembrava aver compreso che cosa è la serie C.

Un problema non di poco conto in ottica play off, dove storicamente è l’occhio della tigre che riesce a fare la differenza.

La speranza è che nel mese abbondante che manca prima di entrare in gioco negli spareggi promozione il gattino tremebondo troppo spesso visto nel corso di questa stagione trovi il modo e la maniera di trasformarsi in un possente leone in grado di azzannare gli avversari. Avversari che saranno di difficile masticazione e di più elevato lignaggio rispetto ai succitati Arezzo, Prato, Gavorrano e compagnia bella.

Altrimenti saremo costretti a dover rispolverare queste non pagelle – a proposito, questa sera di mettermi a dare i numeri non ne ho davvero voglia – che invece vorremmo poter rinchiudere quanto prima nel dimenticatoio.

Con tutto il cuore.

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6 Comments

  1. Nico

    17/04/2018 at 12:23

    manca un pò al centrocampo ci vuole quel giocatore interditore che strappa la palla a centrocampo vedremo ai play off e li beccheremo Catania, trapani ec…

  2. Nico

    17/04/2018 at 10:46

    purtroppo c’è stato un Pisa un pò confusionario , non è partito subito con il piglio giusto a preferito fare una fase attendista , dopo a cercato di fare il suo gioco , ma davanti aveva un Livorno ben determinato e motivato x fare bene , peccato una vittoria ci avrebbe proiettato verso forse un ipotetica vittoria finale x la serie B x ora ci rimane da consolidare il terzo posto e poi si vedrà ,ma non è detta l ‘ultima parola il Catania e Trapani ci provano il Pisa che fà ?

  3. nico

    16/04/2018 at 15:05

    bene e male x ora siamo terzi a fine campionato vedremo dopo riordineremo le idee x i play off Forza PISA

  4. Cllaudio

    16/04/2018 at 12:27

    C è poco da dire, al Pisa mancano i verna, i di tacchio cioè i veri combattenti che hanno contribuito all impresa della promozione in b di due anni fa. I Corrado non ne indovinato una, invece di limitarsi a fare gli imprenditori di cui sono assolutamente capaci, ora si improvvisano direttori sportivi e quant altro…..ci vogliono persone competenti che sappiano costruire le squadre, L unico padre padrone e stato il grande ROMEO ma era una persona di una tale competenza calcistica che i Corrado se lo sognano la notte…..
    Finisco con una frase ormai celebre ci Giuseppe Corrado : RETROCESSI PER RICONOSCENZA”
    riferendosi a Gattuso…..guardate dov’e Gattuso e dov’ e il Pisa…..saluti a tutti e speriamo in bene

  5. mau1933

    15/04/2018 at 12:03

    E’ da codividere in assoluto il giudizio espresso da G.Bianchi sull’andamento del derby sia in ordine ai palesi demeriti e limiti caratteriali del Pisa e sia sulla non trascendalità del Livorno,una squadra però vincente in forza dell’uso della clava e non del velleitario fioretto usato da un Pisa cui non è per questo riuscito quanto meno pareggiare l’incontro.Non che il pareggio sarebbe servito granchè,perchè solo una vittoria avrebbe catapultato il Pisa a pieno titolo,nella lotta per il primato,ma esclusivamente perchè avrebbe lenito la delusione dei tifosi nerazzurri.La partita,comunque ,ha sacramentato la mediocrità di un campionato che probabilmente vedrà il Livorno vincitore,visto che il Siena s’inceppa ormai con una certa frequenza.Il Pisa che molto probabilmente è di livello superiore agli amaranto,tenuti in carreggiata dallo strepitoso girone d’andata,deve…mangiarsi il fegato,perchè pur con tutte le sue carenze strutturali la compagine nerazzurra poteva fare sua la serie B sol che avesse fatto tesoro delle molteplici opportunità che la concorrenza le ha piu’ volte offerto su un piatto d’argento.Ma tutte… queste considerazioni lasciano il tempo che trovano.Ora bisogna pensare a noi stessi in chiave playoff,sperando di mettere finalmente a frutto le esperienze acquisite,derby di Livorno compreso,ed impugnando quando occorre la clava in luogo del fioretto.

  6. sergio

    15/04/2018 at 00:46

    E’ inutile far tanti discorsi. E’ una squadra costruita male per la serie C. Mancano ii giocatori che strappano il pallone dai piedi degli avversari, mancano i lottatori a metà campo. Giocatori lenti e troppo tecnici che non sanno lottare.
    I CORRADO (padre e figlio) lascino a esperti il compito di costruire le squadre. Accettino i consigli degli allenatori senza far di testa propria visto che di calcio capiscono poco.
    Siano più umili e non disprezzino i procuratori, che tanto non li possono eliminare, e si affidino, come fanno tutti, a tecnici esperti. TROPPA PRESUNZIONE. Hanno gestito male anche la questione Carillo la cui mancanza si fa sentire.

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