Il Pisa Siamo Noi

L’Analisi Di Ternana Pisa

FotoGrid_20230411_202007318

TifoPisa_Logo

Il peggior Pisa della gestione D’Angelo 2.0 crolla al “Liberati” sotto i colpi di una Ternana indiavolata ma assolutamente non trascendentale, fornendo una prestazione deludente sotto tutti i punti di vista nonostante la partita si fosse messa subito sul giusto binario per i colori neroazzurri ; sfuma così la ghiotta occasione di conquistare il quinto posto in classifica ed anzi la posizione nella griglia play off inizia ad essere a rischio per capitan Caracciolo e compagni, una posizione da difendere con le unghie e con i denti nelle ultime cinque giornate di campionato per non vanificare la splendida cavalcata messa a referto negli ultimi tre mesi del 2022. Sarebbe davvero un peccato.

PRIMO TEMPO. Mister D’Angelo conferma praticamente in toto l’undici iniziale che aveva affrontato il Cagliari una settimana fa con il solo Zuelli che sostituisce Mastinu sulla linea mediana ; rinuncia invece alla difesa a tre mister Lucarelli che sceglie di rinforzare il centrocampo con Agazzi e Coulibaly e dirotta Palumbo e Falletti alle spalle del centravanti di rifermento Favilli. Inizio di gara ideale per i colori neroazzurri : scappa via Beruatto sulla corsia mancina e cross forte e teso in the box con Moreo che fa secco Iannarilli con una zampata da attaccante di razza, un tocco di punta esterna ad anticipare la chiusura di Sorensen.

Le Fere sembrano spaesate in mezzo al campo, il pubblico di casa inizia a rumoreggiare ed il Pisa si divora il goal del raddoppio con Torregrossa che scherza la marcatura di Mantovani controllando egregiamente il suggerimento dalle retrovie di Morutan e spara un sinistro di collo pieno che trova la prodigiosa risposta di Iannarilli che si oppone a mano aperta alla conclusione del numero 10 ospite. Il problema è che i neroazzurri praticamente terminano qua la propria partita, abbassando notevolmente il proprio baricentro regalando così campo ad una Ternana che prova a scrollarsi di dosso le proprie paure pur continuando a sbagliare tanto in fase di costruzione della manovra.

Sono gli ultimi minuti di gioco del primo tempo che fanno suonare i primi campanelli di allarme in casa neroazzurra : prima è Nicolas ad anticipare in uscita Falletti che era stato messo in moto dal tracciante di Di Tacchio con un intervento pulito sul pallone che il signor Miele aveva erroneamente trasformato in un calcio di rigore in favore dei padroni di casa, con il VAR che chiama prontamente il fischietto di Nola per correggere quella che sarebbe stata una topica colossale. Poi è Agazzi che sugli sviluppi di un corner prova la conclusione al volo con il pallone che si stampa sulla traversa, con Nicolas che sembrava essere fuori causa.

SECONDO TEMPO. L’intervallo non porta consiglio ad un Pisa incapace di ripartire e di spezzare il monologo offensivo – confusionario ma feroce – dei padroni di casa, che iniziano a collezionare calci d’angolo in serie sui quali la porta neroazzurra corre più di un rischio : prima è Diakité a schiacciare di testa a botta sicura con Nicolas prodigioso a salvarsi con l’aiuto della traversa, poi è Sorensen ad impegnare il portiere brasiliano che successivamente vede i tentativi di Coulibaly e dello stesso Sorensen perdersi sul fondo per una questione di centimetri. Gli ospiti barcollano ma non cadono, anche se la sensazione è che da un momento all’altro possa arrivare il goal che pareggerebbe la contesa.

Ed il goal infatti arriva in una circostanza particolare, con il VAR che richiama il signor Miele per un tocco di braccio assolutamente veniale di Caracciolo in area di rigore neroazzurra avvenuto diversi minuti prima ; stavolta il penalty in favore dei padroni di casa c’è davvero e dal dischetto Favilli fulmina Nicolas con una potente conclusione sotto la traversa. E’ l’episodio che fa crollare definitivamente gli argini ospiti : una ripartenza dalle retrovie lenta e prevedibile vede Partipilo rubar palla al neo entrato Gargiulo – particolarmente molle e distratto nella circostanza – e servire a centro area Favilli che anticipa la chiusura di Barba e Caracciolo ed allarga per Falletti che tutto solo davanti a Nicolas lo batte con un tocco potente e preciso che vanifica pure il disperato intervento di Calabresi sulla linea di porta.

Finisce praticamente qua con una ventina di minuti di anticipo : il Pisa è incapace di reagire e di creare pericoli dalle parti di uno Iannarilli nella ripresa spettatore non pagante nonostante gli ingressi in campo di tutti gli attaccanti inizialmente seduti in panchina, la Ternana sciupa un paio di ripartenze potenzialmente letali ma alla fine può festeggiare tre punti di fondamentale importanza per il prosieguo del proprio campionato. Ai neroazzurri non resta altro da fare che leccarsi le ferite e aspettare il match di domenica prossima contro il Bari per provare ad invertire il trend negativo di un girone di ritorno non all’altezza degli ultimi tre mesi di un anno vecchio che sembra aver voluto tenere tutta per sé la miglior versione del Pisa targato 2022-2023.

POLLICE SU – POLLICE GIU’

Quando si perde una partita come quella che il Pisa ha perduto in terra umbra è un mero esercizio di stile trovare i migliori o i peggiori in campo. C’è da rispolverare la sciagurata trasferta di Bolzano per ritrovare in questa stagione un Pisa deludente come quello visto al “Liberati”. Se invece si vuole restare al Pisa targato Luca D’Angelo, beh, forse c’è da tornare addirittura al campionato di serie C per trovare un’adeguata pietra di paragone. Perché il Pisa incapace per più di un’ora di gioco di sfuggire alla feroce ma caotica azione offensiva della Ternana ha ricordato il Pisa preso a ceffoni in quel pomeriggio di tregenda vissuto a Carrara quattro anni or sono, quando i marmiferi segnarono quattro goal, sbagliarono due calci di rigore e costrinsero Gori agli straordinari per evitare un tracollo da guinness dei primati. Contro le Fere quello che ha fatto più male è stato constatare come siano venute meno tutte quelle caratteristiche che avevano consentito ai neroazzurri di mettere a referto l’esaltante cavalcata ammirata negli ultimi tre mesi del 2022. Una squadra che si è sfaldata ancor prima di incontrare le prime difficoltà della contesa e che è crollata appena la Ternana ha trovato la via del goal ; ma la rottura era già iniziata con una mezzora abbondante di anticipo, quando i neroazzurri non sono più stati in grado di ripartire e di gestire il pallone nella metà campo avversaria. Fra giocatori che sembrano in questo momento essere la controfigura di loro stessi ed una guida tecnica che le sta provando di tutte per provare ad invertire il trend negativo di quest’ultimo periodo ma senza però ricevere le risposte adeguate da molti calciatori, beh, c’è effettivamente di che essere preoccupati. Perché nessuno aveva dimenticato i prodromi nefasti con i quali era iniziata questa stagione, che però erano stati incredibilmente superati da una squadra che sembrava aver trovato una perfette quadratura nella seconda parte del girone di andata. Ed è impresa ardua davvero spiegare all’osservatore più o meno distratto che quella che ha annaspato per più di un’ora sul prato del “Liberati” è la stessa squadra che nel girone di andata aveva maramaldeggiato in lungo ed in largo contro il medesimo avversario di questo pomeriggio. Ma tant’è. Questa è la realtà di oggi, 16 aprile 2023. E non servirebbe assolutamente a niente nascondere questa realtà sotto il tappeto. Servirà invece un faccia a faccia nel sancta sanctorum dello spogliatoio, uno di quei confronti dove lontano da occhi indiscreti ci si parla, ci si chiarisce, ci si manda a fare in culo, ci si prende a seggiolate se serve. Ma alla fine di quel confronto si deve uscire ancora più forti di prima e con gli eventuali problemi che devono diventare un fastidioso ricordo. Ci si deve uscire come soltanto gli uomini veri sanno fare. Perché soltanto uomini veri potevano far risorgere il Pisa dopo quel pomeriggio da incubo di Venezia, quando tutto sembrava perduto ancor prima di iniziare. Perché solamente gli stessi uomini veri possono difendere un posto nei play off che sarebbe anche il giusto premio per quello che hanno saputo fare lo scorso ottobre, lo scorso novembre, lo scorso dicembre. Perché gli uomini, quelli veri, non possono essere stati spazzati via dal vento freddo di questo pomeriggio. Un vento che ci è penetrato nelle ossa. Un vento che ci ha gelato il sangue. Sempre meglio però del timore di aver smarrito qualcosa di splendido in un grigio pomeriggio umbro di metà aprile.

H2o

Condividi questo articolo:
Facebook Twitter Email

Leave a Reply

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>