Il Pisa Siamo Noi

L’Analisi Di Cosenza Pisa

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Un Pisa tutt’altro che brillante esce sconfitto dal “San Vito – Marulla” al termine di una gara dove i neroazzurri noi sono riusciti a far pesare il proprio maggior tasso tecnico al cospetto di un avversario non irresistibile ma che sta attraversando il miglior periodo della stagione, come testimoniano i dodici punti conquistati nelle ultime cinque gare disputate. Niente drammi ovviamente, ma tante cose da migliorare per affrontare al meglio il rush finale della stagione.

PRIMO TEMPO. Non è il miglior Pisa possibile quello che scende in terra calabrese fra infortuni, squalifiche e giocatori spremuti dagli impegni con le Nazionali : mister D’Angelo sceglie un 3-4-1-2 con una inedita linea mediana formata da Esteves, Mastinu, De Vitis e Marin mentre in avanti tocca a Sibilli provare ad ispirare Gliozzi e Moreo ; il Cosenza invece è quello che ci si aspettava alla vigilia, con Delic a fare coppia con Nasti in avanti e con capitan Rigione che ritrova il proprio posto al centro della difesa al fianco di Meroni. I ritmi sul terreno si gioco sono fin da subito elevati, con i neroazzurri che provano a fare la partita e con i padroni di casa che cercano di rendersi pericolosi ripartendo veloci in contropiede.

Si prova molto il tiro da fuori, da una parte e dall’altra, visto che le due difese sembrano essere particolarmente attente ; i pericoli maggiori sono di marca ospite, con Moreo che costringe Micai al non facile intervento e con Mastinu che manda il pallone a sfiorare il montante alla destra dell’estremo difensore rossoblù. Ma quando il match sembra scivolare tranquillo verso l’intervallo l’equilibrio viene rotto dal cross di Voca che trova la difesa neroazzurra assolutamente impreparata, Nicolas non esce e Nasti sovrasta nello stacco aereo Moreo facendo esplodere i tifosi rossoblu.

SECONDO TEMPO. Non c’è poi tanto da dire sui secondi quarantacinque minuti di gioco : mister D’Angelo le prova un po’ tutte gettando via via nella mischia tutti gli attaccanti inizialmente seduti in panchina – Morutan, Torregrossa, Tramoni, perfino Zuelli all’esordio assoluto in maglia neroazzurra – ma capitan De Vitis e compagni non danno mai l’impressione di poter schiacciare l’avversario nella propria area di rigore.

Avversario che si difende con fame e con ordine, riuscendo sovente a spezzare il ritmo della contesa ; alla fine della fiera l’unica vera occasione di marca neroazzurra è una girata velenosa di Gliozzi con Micai che va a togliere il pallone dall’angolino per poi opporsi con riflesso felino sul tentativo immediatamente successivo di Moreo. Neanche i minuti di recupero vengono in soccorso al Pisa : l’ultimo pallone capita sui piedi di Barba che spara in curva da buona posizione.

Finisce così, con la seconda sconfitta consecutiva lontano dall’Arena Garibaldi per un Pisa che nel lunedì di Pasqua ospiterà un Cagliari in netta ripresa dopo gli stenti di inizio stagione ; inutile aggiungere che i tifosi neroazzurri si aspettano una Pasqua di resurrezione per i colori del cuore.

POLLICE SU – POLLICE GIU

Difficile trovare un migliore ed un peggiore nell’economia di una prestazione tutt’altro che indimenticabile da parte dei calciatori neroazzurri, meglio forse fare una considerazione di carattere più generale di quanto è accaduto sul rettangolo verde del “San Vito – Marulla”.

Il Pisa esce con le ossa rotte dal “San Vito – Marulla”.
Il morso dei lupi rossoblu lascia il segno sulla pelle di capitan De Vitis e compagni.
Prestazione non certo memorabile quella dei neroazzurri, stante un buon inizio di gara vanificato dal goal di Nasti a fine primo tempo e da una ripresa confusionaria e offensivamente improduttiva.
I motivi di tutto questo ?
Tanti, ognuno con un peso diverso, ma forse neanche meritevoli di essere enunciati in questo mesto post partita.
Perché suonerebbero come alibi, soprattutto agli orecchi di tutti quelli che – beati loro – hanno già trovato il colpevole o i colpevoli.
E chi sono io per romper loro le uova nel paniere delle di loro convinzioni ?
Mi limito quindi ad un paio di sottolineature sparse.
Perché il sentiment dei social neroazzurri – parola che odio in un palcoscenico virtuale che odio ancora di più della parola stessa – è comunque utile per capire tante cose del pensiero pisanpopolare.
Quando leggi “s’è perso contro una squadra di morti” tengo a precisare che i morti di cui sopra hanno collezionato 12 punti sui 15 a disposizione nelle ultime cinque gare disputate, vincendo pure in casa della capolista Frosinone.
Pertanto quando passerò a miglior vita spero di poter essere arzillo come capitan Rigione e compagni.
Quando invece leggi “vergognatevi” … beh … neanche l’ironia riesce a venirmi in soccorso.
Perché chiunque oggi abbia indossato la maglia neroazzurra non ha davvero niente di cui vergognarsi.
A differenza di chi ha il brutto vizio di usare a casaccio i propri ditini sulle proprie tastiere virtuali e non.
E che spero con tutto il cuore si guardi bene di venire ad affollare l’Arena Garibaldi nel caso in cui i neroazzurri conquistassero la possibilità di giocarsi la promozione nella massima serie per il secondo anno consecutivo.
Avessero poi alla fine della fiera a doversi vergognare loro stessi.

H2o

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