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Contropiede: Pisa, le Ragioni di un Fallimento

Contropiede

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Il campionato non è finito, manca una partita, ma per il Pisa sono finiti gli interessi e dunque è tempo di bilanci. E’ il momento insomma di guardare in faccia la realtà, anche quella scomoda, perché non c’è pericolo di mettere in discussione alcunché: i giochi sono fatti.

La stagione è iniziata all’insegna di un grande abbaglio, è proseguita nell’equivoco ed è finita in una farsa che ha sfiorato il tragico e il grottesco. E’ iniziata con l’inganno del ripescaggio, che non ci poteva essere, ci è stato detto e sentenziato due volte e qualcuno tenta ancora pervicacemente di attaccarsi a quell’evento per dimostrare l’impossibile. vale a dire la grande congiura, il complotto ai danni del Pisa, la presunta angheria, piuttosto che ammettere la conduzione dilettantistica (come disse Vitale) di una vicenda che affondava le radici nel passato, ventimila euro di lampadine risparmiate, come le bollette dell’acqua, il terreno di gioco ridotto a un campo di patate, le trasferte a Barletta in pullman e chi più ne ha più risparmi…

Il mancato ripescaggio ha finito per diventare un quasi ­alibi per il fallimento nel campionato di LegaPro. Era una squadra costruita per la serie B, hanno detto e scritto alcuni, senza vergogna. Come se una squadra insufficiente e inadeguata per la terza serie potesse fare sfracelli in categoria superiore… D’altra parte se per far valere i nostri presunti diritti davanti al’alta corte del Coni ci si è affidati a Paniz, l’avvocato-­parlamentare che sostenne la parentela tra Ruby rubacuori e il presidente egiziano Mubarak, si poteva credere anche a un’idiozia del genere.

Ciò non toglie che il Pisa abbia tentato di gettare il cappello oltre l’ostacolo e tentato di vincere il campionato. L’ha fatto spendendo quasi 5 milioni di euro (o meglio, impegnandosi a spenderli), nella consapevolezza di non avere alle spalle un minimo di organizzazione, neppure uno straccio di progetto, manco un simulacro di programmazione. E’ un’affermazione categorica che poggia su un elemento di fondo, vale a dire la mancanza assoluta di un campo di allenamento per la prima squadra e per le formazioni del settore giovanile. Per queste ultime il problema è stato risolto radicalmente, infatti sono state vendute al Biancoforno che le fa lavorare e giocare a Fornacette pur sotto le insegne del Pisa 1909. E’ come se per far fronte ai dolori delle scarpe strette si decidesse di tagliare i piedi, invece di comprare un paio di scarpe più comode.

Il problema è rimasto per la prima squadra, che ha continuato a peregrinare per i campi della città e della provincia, forse caso unico nel panorama nazionale del calcio professionistico, guardando il cielo ogni mattina per vedere se pioveva o c’era il sole, se andare alla 46.ma aerobrigata di San Giusto o al campo del Cus in via Napoli, salvo tornare a fare la doccia all’Arena.

Mentre dunque si impegnavano quasi 5 milioni di euro per la grande scommessa non si trovavano 30mila euro per allestire un campo di allenamento, alla faccia della Cittadella dello Sport, dei campi della Bellani, del villaggio turistico-­sportivo favoleggiato da anni. Si poteva salvare la stagione ugualmente, ma l’impazienza e la sfiducia hanno giocato un ruolo letale. Con la squadra che stentava ad ingranare e a staccarsi dall’Ascoli si è cominciato a mettere in discussione il lavoro di Vitale, tanto che alla vigilia del mercato di gennaio il presidente gli revocò la firma sulla procura a rappresentare la società. Si avvicinò Ferrigno, che aveva dei programmi in testa ma il suo passato di uomo di ­Braglia gli precluse il ritorno in nerazzurro da direttore sportivo. Eh si, perché nel frattempo anche il rapporto con l’allenatore, oltre che con Vitale, si era deteriorato.

E allora eccoci nell’errore che ha causato l’ultimo disastro, la convinzione che un vero direttore sportivo non servisse a niente. Però la regole impongono la firma di un ds e dunque un giro di valzer: Tomei per l’ufficialità, un consulente di mercato a mezzo servizio e qualcuno dei suoi reggicoda a comprare e cedere i giocatori a gennaio.

E le scelte? Quelle che piacevano al Biancoforno per qualche ripicca con il Pontedera…

La situazione non ha retto, era naturale. Tanto più che Braglia per quanto sfiduciato e delegittimato, un’autentica anatra ­zoppa dopo la sconfitta con l’Ascoli, rimaneva sulla panchina. Cosa era accaduto? Un rigurgito di risparmio, un ritorno di fiamma della vecchia politica sparagnina, gli 80mila euro della penale per il licenziamento dell’allenatore come ­ prima della cura Vitale ­ i ventimila euro delle lampadine… Poi, tardi, Battini ha speso questi e quelli.

Tardi. Ma non senza contraccolpi durissimi. Piano piano la squadra è scivolata dal secondo al terzo posto, poi via via ha perso anche quella posizione, che valeva i play off. Un naufragio, fra San Marino e Lucca, dunque in quattro giorni, in cui avvenne di tutto. L’aggressione al pullman della squadra di ritorno da Porta Elisa, la fuga di Pillon (mai chiaramente spiegata), l’abbandono di capitan Morrone, un’altra nebulosa su cui nessuno ha avuto il coraggio di porre una domanda: se il giocatore ha rescisso il contratto unilateralmente, ha pagato una penale? Oppure non l’ha pagata perché le responsabilità di quell’aggressione, non si fosse trovato un accordo, potevano finire in capo a qualcun altro?

Ricordate i proclamati “allenamenti a porte aperte?” Ne sa qualcosa Tomei, che dopo aver paragonato Morrone a Schettino, si è dileguato ed è uscito dall’orbita del Pisa? Una stagione così ci è passata sotto gli occhi ad una velocità che forse non ha permesso di cogliere bene tutti i passaggi dolorosi che l’hanno contrassegnata. Servirà di lezione?

Nutro qualche dubbio. Quel che si prospetta viene avanti in una luce opaca. O, per meglio dire, sotto forma di incertezze e contraddizioni profonde. Sento il presidente Battini che un giorno si dice umiliato a deciso a mollare tutto e un altro intenzionato a rimanere al suo posto, comunque. E’ rincuorato, ha detto, dall’affetto dei tifosi. Gli consiglio bonariamente di non dargli troppo peso e di considerare quel che è accaduto a Braglia. Senza contare una celebre battuta di George W Bush: “E’ soprendente il numero di persone che mi hanno battuto a golf da quando
non sono più presidente degli Usa…”

Di questo, se vorrete, ne riparliamo fra qualche giorno perché ora sono andato anche troppo lungo.

GIULIANO FONTANI

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10 Comments

  1. manuel73

    07/05/2015 at 09:46

    l’affetto dei tifosi per Battini?
    certo se dici che non si è fatto avanti nessuno, o magari solo un Covarelli o qualcosa del genere,
    è naturale che la gente, prima di veder risprofondare il Pisa nei Dilettanti o nelle mani di personaggi inaffidabili, ti chieda di andare avanti,

    che ci sia apprezzamento diffuso per l’operato di questa proprietà mi sembra assai improbabile, anzi sono sicuro che il 100% della gente accetterebbe un imprenditore qualsiasi, almeno serio e credibile

  2. effe

    06/05/2015 at 08:20

    Credo che questa sia l’esatta situazione..non conosco personalmente questo giornalista ma posso dire con estrema sicurezza che ha centrato in pieno il problema..un abbraccio con stima

  3. andrea elbano

    05/05/2015 at 16:50

    Cara Redazione, ho scritto che …”molto di quanto scritto da Fontani è vero…” di conseguenza sono d’accordo con la sua critica, ma non mi venite a dire che “prima” cioè da Novembre, ha fatto nomi e cognomi….ha solo fatto presente che “qualche cosa non tornava”…io penso che un giornalista bravo come lui aveva il dovere di denunciare pubblicamente quello che giustamente pensava, senza ipocrisia, a costo di venire considerato il “solito bastian contrario”. Tutti abbiamo sempre scritto che nel Pisa c’era troppo poca programmazzione e che da campionati di secondo piano(pur con qualche inaspettato piazzamento)si era arrivati improvvisamente a fare un presunto “squadrone ammazzacampionato”…..ma i soldi da dove arrivano ci siamo chiesti…e giù tutti a dire la loro!!!La verità è che “tutto è stato fatto a metà”…..perché ci siamo sciolti come neve al sole dopo le prime difficoltà che si sono evidenziate nella prima fase del campionato. Tutti i ptagonisti sono rimasti sulle proprie posizioni cercando di coltivare il piccolo orticello e quanto Vitale aveva “spregiudicatamente sentenziato “una società di dilettanti”è venuta fuori la verità con tutto quello che ne è conseguito.E’ stato un fallimento preventivato, oserei dire programmato,perchè quando l’ideatori hanno abbandonato la nave non c’erano più condottieri disposti a prendere il timone oppure in grado di prenderlo.Forse c’è stato pure un “ricatto” del tipo …o fai così o vai nella cacca….Battini è stata la vittima e io una volta sono stato censurato dalla redazione perché avevo parlato di “circonvenzione di incapace” chiaramente riferito al lato sportivo dell’uomo Battini e non dell’imprenditore che stimo moltissimo.Battini uomo di calcio proviene dai dilettanti, una vera giungla, dalla quale si esce vivi solo se conosci il territorio e chi lo popola,ma non è necessaria la programmazione. Si vince se sul piatto metti più soldi e spesso non è sufficiente…Esempi di società che hanno vinto fino a arrivare tra i pro ce ne sono a bizzeffe,ma poi sono sparite e hanno ricominciato dalla terza categoria. A Pisa non puoi venire con queste credenziali a meno che non ti affidi a Professionisti ( perché lasciarsi scappare Lucchesi?)e dai un calcio nel culo alla gentaccia che ti circonda.

  4. paul

    05/05/2015 at 10:17

    Come al solito ti rinnovo la mia stima, il tuo articolo come si dice non fa una grinza, cerchi sempre di arrivare al nocciolo del problema a differenza di alcuni tuoi colleghi della carta stampata e televisiva che fanno l eco a discorsi da bar.Mi inquieta soprattutto il …ora faccio tutto io di battini… in quanto aldilà della sua onestà di intenti non lo ritengo assolutamente all altezza di un simile compito.

  5. pisano69

    04/05/2015 at 21:30

    Bravo fontani fossero tutti i giornalisti pisani come te forse oggi saremmo in serie b senza tanti discorsi a vanvera tutti si cibano dei mali del Pisa ma forse forse l’unico che gli vuole un po’ di bene ed e’ lucido e’ prprio giuliano che non deve coltivare il prprio orticello come gli altri…

  6. Redazione

    04/05/2015 at 18:31

    Andrea, se ti rileggi tutti i Contropiede è da Novembre che Giuliano diceva che c’era qualcosa che non andava in questo progetto, quanto a coerenza penso che non possa essergli imputato nulla

  7. andrea elbano

    04/05/2015 at 17:46

    Molto di quanto è stato scritto da Fontani è realtà……mi domando però dove è stata lasciata la coerenza del giornalista!! Capirei se quanto scritto oggi fosse da lui sempre stato denunciato, ma non mi risulta….troppo facile intervenire quando la frittata è stata fatta indicando i colpevoli o presunti tali….Braglia ha fallito senza se e senza ma….Vitale ha denunciato lucidamente le magagne e poi è sparito da buon Fiorentino….Battini è rimasto da solo con la sua “corte”di “consigliori” squattrinati che più volte ho denunciato sono il vero male del Pisa!!….da quanto si vede anche nelle altre società nessuno è profeta in patria… per cui il Presidente dovrà meditare e qualsiasi sia il nuovo progetto dovrà avvalersi di veri professionisti e abbandonare gli energumeni che lo circondano, altrimenti sarà meglio che lasci…..

  8. claudio

    04/05/2015 at 16:49

    Purtroppo non si é realisti. Il calio italiano é in crisi. Il Pisa con tutte le sue tradizioni e il suo pubblico non ha interessati nella sua cittá. Battini é l´unico che fino ad ora si é preso le responsabilitá di mandare avanti la baracca. Non sembra certamente un grande intenditore del mondo del calcio. É un Moratti, peró, senza soldi. L´Unica speranza che ci resta é quella che contratti un buon DS che ci sappia fare. Per ora meglio cosí che ritornare fra i dilettanti.

  9. ALE62

    04/05/2015 at 13:49

    Tutti bravi a cose fatte e soprattutto a soldi spesi e risultati non ottenuti…anche a Milano ai tempi di Moratti c’erano giornalisti che volevano insegnare il mestiere al presidente dell’Inter , dopo però che aveva speso e fallito , non prima… Battini non ti curar di loro e vai dritto per la tua strada , seguendo i loro consigli andresti poco lontano….

  10. Maurizio73

    04/05/2015 at 10:43

    Bravo Fontani, sempre cinico e realista. Per fare un salto di categoria serve programmazione a 360 °. Dopo anni di gestione incomprensibilmente low-profile (e sono stato delicato), in cui non si costruiscono fondamenta ma ci si limita a vivacchiare la categoria facendo scelte scellerate (settore giovanile), non è sufficiente destarsi all’improvviso e programmare di spendere (non spendere), confidando nel rientro di denaro proveniente dal salto di categoria. Raramente si ha la fortuna di spendere pochissimo e sfiorare una promozione come successe al Pisa allestito senza il becco di un quattrino dal compianto Bianchi, sfumata perché i cambi erano ridotti all’osso e la squadra arrivò alla fine del campionato esausta. Per ottenere una promozione è necessaria una programmazione di 3 anni: si condivide un progetto con un DG, con un DS, si punta su un allenatore (si struttura un settore giovanile!) e si acquistano giocatori utili all’obiettivo. Si cementa un gruppo riparandolo dalle pressioni della piazza e si mandano a casa i giocatori caratterialmente inadeguati. La “crudele” piazza pisana solo a quel punto diventerà non solo alleata, ma arma in più e noi sappiamo quanto siamo in grado di dare ai nostri colori. Caro Fontani, abbiamo assistito all’ennesima manifestazione di una proprietà inadeguata. E mi creda, non mi riferisco all’aspetto economico, quello sarebbe il problema minore. Data la loro pochezza manageriale, non so veramente in cosa sperare. Per di più, con i debiti accumulati non siamo nemmeno più appetibili sul mercato. Ci credo che nessuno si è fatto avanti…
    La saluto con stima.

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