Il Pisa Siamo Noi

Contropiede – Pisa, La Tempesta Perfetta

Contropiede

Non si era mai spinto oltre la linea di mare del New England, ma stavolta doveva tentare la fortuna. Il capitano Billy Tyne sapeva che tornare a Gloucester senza un carico di pesce avrebbe deciso il suo armatore a licenziarlo. E dunque si mise al timone dell’Andrea Gail deciso a sfidare i marosi, anche contro il parere dell’equipaggio. Un fenomeno metereologico imprevisto ­ la collisione di due basse pressioni ­ lo sorprese in mare aperto e fu una notte terribile. Tanta paura, ma il capitano sembrava aver vinto la sua sfida: all’alba spuntò un bel raggio di sole e le nubi si dispersero improvvisamente. Neppure il tempo di tirare un sospiro di sollievo che un’onda gigantesca, di quelle che non si erano viste neppure durante la notte, venne incontro alla barca, la sollevò di molti metri finchè si rovesciò e il capitano morì, insieme a tutti i suoi uomini. (Dal film “Latempesta perfetta”).

Il Pisa non è l’Andrea Gail e il presidente Battini non è il comandante Billy Tyne.

Ma il naufragio è quel che rischia la navicella nerazzurra, un’altra volta. E sarebbe la terza in 22 anni, dopo i fallimenti di Romeo Anconetani e Luca Pomponi. “Mai una gioia” ha scritto recentemente su un piccolo striscione un gruppo di tifosi della gradinata. Una constatazione amara, la rassegnazione all’idea di essere figli di un Dio Minore. Ma anche una passione quasi fideistica che neppure i peggiori eventi riescono a sopire. Al punto che ogni volta ci si sorprende, si cade nell’angoscia, si torna a sperare e magari si cade di nuovo, proprio come l’Andrea Gail, allo spuntare di un raggio di sole.

La tempesta perfetta vissuta dal Pisa, al di là dell’esito finale, non arriva all’improvviso. Ci sono stati negli ultimi anni, tanti segnali che le cose non andavano bene. I tifosi li hanno percepiti alla maniera loro, con una preoccupazione mitigata dall’esorcismo, la paura di parlarne e di prenderne atto, l’appagamento di una condizione minima e indispensabile: in fin dei conti Battini ha sempre pagato i suoi tesserati e non ha mai fatto subire alla squadra punti di penalizzazione. Doveva essere il minimo indiscutibile, invece era il massimo vanto.

L’hanno detto bene, in un comunicato, i tifosi della Gradinata, con accenti di un’ingenuità che suscita tenerezza. Nel mezzo tra questo minimo (reale) e questo massimo (virtuale) c’erano le difficoltà di tutti i giorni, che solo i distratti non coglievano. Non si tratta di seguire professionalmente la squadra nella sua vita di tutti i giorni, bastava fermarsi a pochi dati di fatto sicuri e palmari: ma è possibile che il Pisa non abbia un campo da gioco di sua proprietà, nè per gli allenamenti della prima squadra nè per le formazioni giovanili? Ma una scuderia di cavalli da corsa potrebbe esistere senza la disponibilità dei box per i purosangue?

Quando Tomei si presentò a Braglia nelle sue vesti di nuovo direttore sportivo, era gennaio, l’allenatore gli fece una richiesta: i giocatori? Si, ma prima di tutto trovami un campo di allenamento…” Niente da fare, continue peregrinazioni con un occhio al cielo per vedere se c’è il sole o se ci sono le nuvole. Ma questo cosa significa? Miseria? Oppure mancanza di un minimo di programmazione? O tutte e due.

Vogliamo baloccarci con altre amenità? No, fermiamoci qui perché se ne potrebbero dire tante, ma non di più grosse.

Alla fine del campionato, dopo la partita di Forlì, chiesi al presidente Battini se era disponibile per una lunga intervista. Rifiutò recisamente, aggiungendo che non ne avrebbe rilasciate neppure ad altri. In effetti, a parte qualche sporadica dichiarazione, Battini non si è sprecato nella comunicazione. Qualche domanda che avevo in serbo gliela rivolgo adesso, pubblicamente, senza grandi speranze in una risposta. E tuttavia mi farebbe piacere.

Lei, caro presidente, si è vantato tante volte di non aver fatti subire penalizzazioni al Pisa per ritardi nei pagamenti o quant’altro. E adesso come la mettiamo? Perché questa mancata fidejussione?

Lei, signor Battini, ha dichiarato tante volte che il Pisa era un’azienda modello, senza disavanzi. Perché ha negato che la società ha messo insieme quasi 4 milioni di debiti? E’ vero che la massa debitoria è notevolmente superiore al valore patrimoniale della società? E chi potrà mai comprarla una società in queste condizioni?

Signor presidente, le squadre giovanili del Pisa giocano con i colori nerazzurri ma sui campi di Fornacette della Biancoforno. Ci può far capire, finalmente, i termini dell’accordo? Cosa offre il Pisa all’azienda dei fratelli Lami per accollarsi questo onere? La sponsorizzazione? O altro…

La cessione dell’un per cento delle azioni al Comitato che dovrebbe rappresentare tutti i tifosi del Pisa, è un fatto reale, nel senso che il Comitato paga di tasca propria, in percentuale naturalmente, gli eventuali disavanzi e partecipa agli (insperati) utili? Oppure è un gesto simbolico senza alcuna rilevanza finanziaria che tiene in vita una mascherata da repubblica sovietica?

Caro Battini, dopo la partita all’Arena contro la Spal, lei dichiarò di lasciare il Pisa, salvo ripensarci il giorno dopo. E’ contento di quel ripensamento?

In ultimo, nel darle atto di aver speso tanti soldi in questi anni per conquistare e poi mantenere la guida del Pisa, non ritiene che il suo tempo al timone della società, sia irrimediabilmente finito? Cosa altro deve accadere?

In caso affermativo mi preme onorare la mia promessa. Io lo ringrazierò pubblicamente di quello che ha fatto per il Pisa, ma lo farò il giorno dopo che lei avrà onorato tutti i suoi impegni per assicurare lunga vita ai colori nerazzurri.

GIULIANO FONTANI

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7 Comments

  1. AleDaCasa

    04/07/2015 at 22:08

    puoi dire cosa vuoi,
    Noi tifosi purtroppo siamo una barzelletta, non certo chi ci mette quel che puo’ e gestisce.

  2. manuel73

    04/07/2015 at 12:57

    puoi dire cosa vuoi,
    purtroppo siamo una barzelletta, e non certo per colpa dei tifosi,
    a Livorno avrebbero ben poco da ridere, ma quando pensano a come siamo messi noi tirano un sospiro!!!
    questa è la verità

  3. AleDaCasa

    04/07/2015 at 08:39

    manuel73…Te lo scrivo anche qui usando parole tua” Ridono di noi di Pisa e della sua gente”, perche’ fra tutti i pisani dal petto gonfio, di velli che puntando con l’indice commenteno badavi, un ce n’e’ uno bono a metteci 1 euro per comprare.
    Quelli come te vorrebbero fare credere che la colpa e’ di Battini???
    Il mondo ha ragione di ridere di noi! Perche’noi, con l’indice proteso, il petto gonfio… e poi niente, siamo ridicoli!!

  4. manuel73

    03/07/2015 at 12:55

    analisi condivisibile di Fontani,
    Aledacasa, te lo scrivo anche qui,
    la gestione del Battini fa ridere tutta la Toscana, e forse anche oltre,
    sarà un suo diritto fare cosa vuole perché è proprietario, ma si sta facendo rider dietro dal mondo
    e purtroppo ridendo di lui. ridono di noi di Pisa e della sua gente

  5. AleDaCasa

    02/07/2015 at 22:11

    Carissimo Giuliano non inquietarti se Battini non ti rispondera’.
    Mi permetto a tal proposito di riproporti un paio di tue affermazioni, sulla lettera aperta che a suo tempo scrivesti al presidente.
    Due considerazioni in merito alla posizione di Battini, e in difesa della tua professionalita’.
    In particolare queste due affermazioni: “Ma tu, caro Presidente, non sei “il Pisa”. Ne sei soltanto proprietario ”
    Poi a proposito del tuo sacrosanto diritto di informazione: “era un mio diritto e l’ho esercitato”

    Vedi Giuliano a quasi tutte la domande che gli hai rivolto,
    Battini potrebbe risponderti con un semplice: Sono soltanto il proprietario, quello che faccio e’ un mio diritto e l’ho esercitato.
    Come potresti dargli torto.

  6. Ivan

    02/07/2015 at 12:23

    Analisi perfetta. C’è da chiedersi perché in questi anni il Battini abbia fatto di tutto per allontanare le persone dallo stadio. E la cosa assurda è che adesso chiede gli abbonamenti. Machiavellico

  7. mauro

    02/07/2015 at 08:03

    CHE CASINO…

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