Il Pisa Siamo Noi

Capitano Mio Capitano

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Articolo questo di difficile stesura, perché la penna che impugno potrebbe non essere in grado di trasmettere a coloro che lo leggeranno le sensazioni che ha provato il sottoscritto.

Mi voglio comunque cimentare nell’impresa, nella speranza di riuscire a comunicare a tutti i nostri followers il bagaglio di emozioni che ho provato in questi giorni.

Il cinema mi è venuto in aiuto per il titolo – come non ricordare L’attimo fuggente e la straordinaria interpretazione del compianto Robin Williams ? – ma difficilmente mi potrà togliere dagli impicci per tutto il resto.

Partiamo, comunque ; riavvolgo il mio personalissimo nastro fino al dopo gara di sabato scorso al Garilli di Piacenza, prima tappa del mio viaggio e del mio percorso interiore che ho l’ardire di condividere con tutti voi.

Inutile ricordare la partita : brutta sconfitta, Pisa poco presente sul terreno di gioco e primo bruciante schiaffo in questo campionato che ci annovera fra i protagonisti più attesi.

Il vostro umile scrittore si ritrova in sala stampa con il fidato tablet a giocare a fare il giornalista, il reporter, sfruttando con gioia le potenzialità della piattaforma Spreaker che ospita la nostra fortunata trasmissione Radio Web Neroazzurra.

Iniziano ad arrivare i giocatori ed i tecnici : il mister del Pro Piacenza Franzini, mister Braglia, l’ex portiere neroazzurro Alfonso, Manuel Iori ed Alberto Pelagotti.

Il vostro affezionatissimo si prodiga a fare domande a destra e a manca, cercando di essere il più professionale possibile ; dopo una ventina di minuti la sala stampa si svuota e rimango più o meno solo soletto. No, aspetta : arriva capitan Morrone.

Mi avvicino con circospezione e rispetto : ho sempre davanti un atleta che ha giocato un numero impressionante di partite fra serie A e serie B …

Stefano, Stefano … ciao, sono Gabriele de Il Pisa Siamo Noi … piacere … posso farti qualche domanda ?

Neanche mi risponde : cenno impercettibile di assenso con la testa.

Parto con le domande, ma dopo pochi secondi faccio fatica a seguire quello che mi viene risposto : sono completamente rapito dal personaggio che ho davanti.

Non colpito, sorry.

Sono addirittura in soggezione.

La voce è come un chiodo che graffia una lavagna : piatta e monocorde, ma che mal nasconde un furore agonistico che neanche il triplice fischio dell’arbitro è riuscito a sopire.

Lo sguardo è fisso a cercare un qualcosa nella sala stampa che io non riesco a vedere, forse un avversario in maglia rossonera al quale rubare il pallone …

Le spalle sono leggermente curve, quasi a sottolineare il peso ancora pressante della sconfitta maturata pochi minuti prima.

Il braccio sinistro “ad anfora” lungo il fianco ; la mano destra che si tormenta il mento quasi a volersi strappare via una barba che non c’è.

Tradotto in soldoni : mi trovo davanti un qualcuno che sta facendo uno sforzo sovrumano per non far saltare fuori Stefano Morrone.

Perché in sala stampa è sceso il capitano del Pisa, ma al suo interno è celato a fatica il vero Stefano Morrone.

O per lo meno quello che ho percepito io in quei pochi minuti di intervista.

Le parole ai miei orecchi sono giunte poco più che banali ; tutto il resto mi ha pressoché sconvolto.

Mi ritrovo a fine intervista con la fronte imperlata di sudore, le mani simili a due fantozziane spugne, la gola secca, i peli dritti sulle braccia ed un magone non ben precisato alla bocca dello stomaco.

E soprattutto con la voglia di buttare via il tablet, strapparmi i vestiti di dosso e seguire quell’uomo che sta abbandonando la sala stampa ovunque abbia voglia di andare.

Ci vuole la mia compagna per scuotermi da un torpore simile ad uno stato di trance : Amo, stai bene ?

Sì Sì teso … meglio di così … abbiamo appena vinto il campionato !

Ma sei scemo ? Ma se venti minuti fa in tribuna eri disperato ?

Vero, ma venti minuti fa non avevo ancora conosciuto il nostro capitano …

Perché Morrone otto giorni fa è riuscito nel miracolo di farmi vedere il futuro.

Non può non esistere vittoria se il nostro leader in campo è Stefano Morrone.

E la partita di ieri me ne ha dato un’ulteriore conferma : andate a rivedervi la scena della squadra che al fischio finale viene a salutare la Curva.

Una furia, un dragone che sputa fuoco dalle narici : gesticola, parla con le mani e con il corpo, riprende i compagni, si rammarica con se stesso per le occasioni sprecate a pochi passi da Ricci, fa il capopopolo, il capofila, il capoclasse.

In una sola parola : il leader.

Poi te lo ritrovi dopo pochi minuti a raccontare la partita in sala stampa con la solita voce bassa e monocorde, con indosso l’abito buono del capitano modello che dispensa calma e tranquillità.

Non una parola più del necessario, non un gesto che tradisca nervosismo o preoccupazione.

Ma la solita, splendida sensazione di avere davanti una sorta di totem capace di trasformare tutto quello che lo circonda con il proprio carisma.

C’è un vocabolo inglese che in italiano non ha traduzione adeguata : attitude.

Molti lo traducono con “attitudine” limitando in maniera delittuosa l’ampiezza del termine anglosassone.

L’attitude è quel crogiolo di particolari che fanno di un uomo un superuomo – nel senso filosofico del termine.

L’attitude è quel crogiolo di particolari che fanno di un atleta un superatleta – nel senso sportivo del termine.

L’attitude è quel crogiolo di sensazioni che fanno di Stefano Morrone un totem ed un leader.

Un capitano.

Il mio capitano.

Il nostro capitano.

Capitano Mio Capitano.

Oppure, per dirla come il nostro amico Michele Lazzerini : Stay Hungry, Stay Morrone.

E siccome quei pochi minuti nella sala stampa del Garilli di Piacenza mi hanno folgorato neanche fossi Saulo sulla via di Damasco, mi permetto di aggiungere : Stay Morrone, Stay Victory.

Ed una piccola postilla finale : più saremo vicini a capitan Morrone e compagni e più la Victory di cui sopra non rimarrà una mia sensazione personale rubata in pochi attimi nella sala stampa dello stadio Garilli di Piacenza in un anonimo sabato di fine settembre.

Gabriele Bianchi

 

 

 

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4 Comments

  1. andreabis

    08/10/2014 at 15:52

    SPERIAMO IN BENE

  2. Ric58

    07/10/2014 at 14:20

    Da tifoso Pisano questo articolo mi fa venire la pelle d’oca, perchè mi rivedo in colui che lo ha scritto. Fora Magico Pisa.Forza Ragazzi esperti e giovani. Forza Capitan Morrone. Forza Mister Braglia. Forza a tutto l’ambiente. Uniti ce la possiamo fare.Solo Pisa

  3. pisano 69

    07/10/2014 at 11:39

    bravo gabriele anche io ho le stesse sensazioni su morrone ma anche su altri componenti la squadra oltre a Pino Vitale e Piero Braglia forse non lo abbiamo ancora capito altro che corrazzata siamo una squadra vera con gli attributi e la diventiamo sempre di piu’ sta’ a noi popolo neroazzurrao farlo capire ai giornalai che criticano solo per avere qulcosa da fare oppure dai palati fini che il gioco bruttino non gli va’ giu’ uniti e compatti a maggio saremo in B con questi fantastici ragazzi e il loro direttore e il loro grande grandissimo allenatore senza se’ senza ma. Il risultato di una partita non puo’ assolutamenter scalfire la fiducia che dobbiamo avere in loro forza grande Pisa.

  4. marco

    07/10/2014 at 11:23

    bello davvero, finalmente un articolo che non propina le cose solite trite e ritrite ma che trasmette del sentimento vero

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